Una Tomba Per Le Lucciole


Regia: Isao Takahata

Una Tomba Per Le Lucciole è un film d'animazione giapponese del 1988, prodotto dallo Studio Ghibli e diretto da Isao Takahata, colui che assieme a Miyazaki fondò appunto lo Studio Ghibli.

Viene considerato da molti, il film più triste e più cupo prodotto dallo Studio Ghibli, tanto che in alcuni paesi se ne consiglia ancora la visione ad un pubblico adulto.

Sinossi

La storia è ambientata a Kōbe, precisamente nella notte del 21 settembre 1945, dove viene inquadrato un ragazzo, Seita, tutto pelle e ossa, che si accascia su uno dei tanti pilastri della stazione ferroviaria e muore, tra l'indifferenza generale dei passanti e dei controllori. Il ragazzo aveva con sé soltanto una piccola scatola di latta, che viene gettata via da uno dei controllori. Quella piccola scatola, fa insorgere il fantasma di Setsuko, la sorella di Seita, che si ricongiunge col fratello dando vita a una serie di flashback che racconta la loro vita, triste e travagliata…


L'analisi del Carlino

Una Tomba Per Le Lucciole viene considerato da molti come un racconto neorealista, la storia seppur triste ma reale, ci riempie di tristezza e di amarezza poiché è chiaro sin da subito, che il lieto fine non ci sarà.

Siamo di fronte ad una pellicola ben diversa di quelle a cui siamo abituati, come per esempio Ponyo o Princess Mononoke, questa volta abbiamo davanti la crudeltà e la violenza della guerra, abbiamo corpi bruciati, smembrati, ricoperti da bende, e si tocca con mano anche la carestia, vista come un'assassina al pari della guerra. La guerra porta con sé solo morte e disperazione.

Dalla bellezza dei disegni, si intravede la decadenza di una nazione attraverso gli occhi di due ragazzini, che non hanno fatto del male a nessuno. Figli innocenti di una nazione "immorale"; e dedita alla guerra.


Raccontare la morte sarebbe pressoché "banale", anche trattandosi di una storia altamente drammatica, però il regista fa il processo inverso, ovvero parte dalla morte, per raccontarci la vita, la stessa vita dei due giovani protagonisti che seppur vivendo in un contesto sfavorevole, non si arrendono, vogliono sopravvivere.

Da una tragedia, forse voleva fuoriuscire un racconto di speranza, perché fino all'ultimo lo spettatore spera che i due sopravvivano, ignorando i minuti iniziali del film. Così, tra bombe che cadono dal cielo, e tempeste sempre più lunghe, i due protagonisti avranno contro persino i pochi abitanti rimasti, perché ognuno pensa per sé, dimostrando ancora una volta, quanto l'essere umano possa essere crudele e spietato.

Con il destino contro, l'unica luce, l'unico bagliore di vita è dato dalle lucciole, che accompagnano i due ragazzi dall'inizio, alla fine. Un po' come se quelle lucciole fossero portatori di speranza, la luce in fondo al tunnel se proprio volete, delle anime erranti, accompagnatori silenziosi di due anime innocenti.


La speranza, la luce, che rafforza un legame fraterno rendendolo indissolubile. Forse è solamente questa luce a non spegnersi mai, perché mentre i palazzi bruciano e le persone muoiono, l'amore sopravvive.

E forse questo piccolo bagliore, era quello che ci voleva, per non rendere tutto, ancora più triste e malinconico...

Buona visione,


Trailer


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