Salò o le 120 Giornate di Sodoma: La Recensione del Film



Regia: Pier Paolo Pasolini

Salò o le 120 giornate di Sodoma è un film drammatico del 1975 diretto da Pier Paolo Pasolini.

Probabilmente uno dei film più malati del cinema italiano che nonostante gli anni passati dalla sua uscita riesce ancora a far parlare di sé anche grazie alla forza delle sue immagini, del suo racconto e della metafora visiva messa in scena.

Il regista bolognese, morto poche settimane prima dell’uscita nelle sale della sua opera, rielabora in chiave politica e in epoca fascista il romanzo del marchese De Sade intitolato Le 120 Giornate Di Sodoma, riuscendo a realizzare un prodotto inimitabile e in grado di scandalizzare anche a distanza di anni dalla sua uscita.


Il film è suddiviso in quattro parti, con una prima parte introduttiva che precede quelli che saranno i tre gironi, con un chiaro riferimento alla tripartizione Dantesca del cerchio dei violenti.

Protagonisti della vicenda saranno il Duca, il Vescovo, il Presidente della Corte D’Appello e il Presidente della Banca Centrale, figure metaforiche dei poteri della Repubblica Sociale Italiana che, dopo aver rapito un gruppo di ragazzi e ragazze e dopo un’accurata selezione, si rinchiuderanno all’interno di una villa di campagna. Qui, grazie all’aiuto di quattro donne, ex prostitute di un bordello, istituiranno per 120 giornate una dittatura sessuale regolamentata da un severo codice, che impone ai ragazzi assoluta obbedienza, pena la morte. 


Lo scandalo generato dalla pellicola risiede tutto nella crudezza delle sue immagini, in cui il riferimento storico ai luoghi e ai personaggi risulta facilmente comprensibile, con i quattro personaggi che impersonano il potere dinastico, economico, religioso e giudiziario che ha caratterizzato la Repubblica Sociale Italiana in epoca fascista.


Un film quindi apparentemente molto chiaro, in cui il potere fascista soffoca i giovani antifascisti i quali non hanno alcuna possibilità di ribellione.

Ciò che disturba di più, oltre ad alcune scene di cui preferisco non raccontare i dettagli, è proprio la rappresentazione del potere e di come esso opprima gli indifesi.

Buona visione,



Trailer



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