Saint Maud: La Recensione del Film



Regia: Rose Glass

Recensione


Ragazzi, che super bomba mi è capitata tra le mani, uno di quei filmoni che non ti scordi facilmente e che riesce ad entrarti dentro facendosi prima spazio in maniera delicata, quasi a non voler disturbare, per poi invece penetrare a fondo e restare ben radicato nella memoria anche di coloro che, come il sottoscritto, tendono a dimenticare facilmente.

Certo non si può parlare di sorpresa in senso stretto, perché effettivamente avevo letto pareri piuttosto entusiastici, che però non ho volutamente approfondire proprio per arrivare alla visione totalmente a digiuno, vista la curiosità che cominciava a montare. E proprio per questo che, aspettandomi forse qualcosa di diverso o quantomeno qualcosa di meno intenso, lo stupore ed il godimento finale sono risultati ancor più amplificati.

Brevemente la trama. Maud è un’infermiera diventata profondamente credente e, quando inizierà ad occuparsi di Amanda, malata terminale che, come dire, non appare esattamente come l’emblema della donna pura ed illibata, proverà in tutti i modi a redimere lei e a salvare così la sua anima. Diciamo che le cose non saranno così semplici e Maud dovrà scontrarsi con ostacoli probabilmente più grandi di lei.


La firma è di Rose Glass e, se la vostra prima reazione al nome è un qualcosa del tipo “Chi cazz è???”, avete pienamente ragione, visto che questo dovrebbe essere il suo esordio ufficiale, almeno per quanto riguarda i lungometraggi. Ma, se continuerà così, credo che sentiremo molto parlare di lei, perché riesce qui a sviluppare una storia decisamente interessante, accompagnandola con un comparto tecnico assolutamente apprezzabile.


A rendere il tutto ancor più intrigante, ci pensa poi un’eccezionale Morfydd Clark che si carica il film sulle spalle, ergendosi a protagonista quasi assoluta. Impossibile non entrare nel suo personaggio, soffrire con lei, provare imbarazzo quando si ritrova in situazioni dove strisciare via sarebbe l’unica scelta possibile. Una prestazione che viene messa in risalto grazie anche a Jennifer Ehle, quell’Amanda così diversa da Maud, ma che in più di un frangente si avvicina alla sua potenziale salvatrice, un po’ per gioco, un po’ per probabile reale curiosità.

"Non sprecare mai il tuo dolore"


Il rapporto tra le due, col passare del tempo, cresce, si evolve e passa “ad un livello superiore”, tanto che ben presto la giovane comincia ad essere più che una semplice infermiera. Il contrasto tra la purezza e la libidine è il filo conduttore, che poi si spezza quando sembrava che fosse destinato a rafforzarsi, gettando Maud nel baratro più totale. La perdita della fede, faticosamente guadagnata negli ultimi anni dopo che un trauma (che non mi pare venga approfondito) l’ha colpita, la porta alla ricerca dello sballo, uno sballo che però non genera felicità anzi, al contrario la spinge verso una spirale dove l’infelicità regna sovrana, un’infelicità che solo la morte potrà colmare, col fine ultimo di ricongiungersi al Dio che fino ad adesso l’ha tenuta in vita.


I colori spenti trasmettono perfettamente il malessere vissuto dalla protagonista, alternandosi con inquadrature a dir poco suggestive che si avvalgono per altro di un eccezionale uso del sonoro, regalandoci di conseguenza alcune scene veramente di pregevole fattura. Ricordo in particolare quella del rapporto sessuale di Maud con quel tizio orribile, dove gli incubi che ritornano dal passato danno origine ad un intrigante gioco in bilico costante tra realtà e delirio. Ma poi pure la sequenza dei fuochi d’artificio o quella del confronto finale tra le due, forse un po’ troppo breve, ma di un’intensità unica, a fare quasi da contrasto ad un andamento generale più lento di quello di De Piscopo, ma che in ogni caso non annoia mai, conducendoci fino all’epilogo che chiude perfettamente il cerchio, dal momento che è esattamente del tipo che io apprezzo maggiormente.

Fatevi il piacere, recuperatelo as soon as possibile, perché non ve ne pentirete (almeno spero, in caso contrario mi trovate qui per eventuali rimostranze, non scappo 😁).

Giudizio complessivo: 8.5

Enjoy,


Trailer




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