Il Priorato Dell'Albero Delle Arance



Autore: Samantha Shannon

Salve a tutti lettrici e lettori, oggi vi parlo del libro più acclamato dello scorso anno. Tralasciando la mia instancabile coerenza nei confronti della procrastinazione, che ha portato la sottoscritta a leggere il suddetto tomo dopo un anno dalla sua permanenza in casa (avendolo anche interrotto molte e molte volte), cercherò di buttare giù qualche riga di senso compiuto.

Domanda obbligatoria: ”E’ davvero il fantasy migliore degli ultimi anni?” Risposta: ”NON LO SO!” No davvero, non l’ho ancora capito! Come può un libro farti dannare così tanto, farti incazzare, avere difetti con la D maiuscola, avere un finale del cazzo e comunque piacerti? Sono davvero confusa. Per farvi rendere conto di cosa parlo, ecco in breve cosa è successo. Io: “Ok, devo demolire questo libro.” Cervello: “Ma cosa dici? Perchè?!” Io: “Ha troppe cose che non vanno, non vedi? Non ti rendi conto?” Cervello: ”Ma se hai letto anche di peggio, siamo onesti! Quindi, vacci piano, entiendes?” Ecco quindi che tento di fare un riassunto quantomeno oggettivo dei miei scleri, cosa che vi premetto essere davvero complicata.


Alla sua uscita nelle librerie non gli avrei dato un centesimo, infatti mi è stato regalato. Di certo ha le sue potenzialità. E’ un libro che prende tutti i pregiudizi e gli attriti del mondo in cui viviamo per trasportarli sapientemente nel mondo costruito dall’autrice. Un libro dalle tinte femministe, che rivendica (giustamente aggiungerei) l’importanza del raffigurare relazioni facenti parte della comunità LGBT+ e non solo. 

Un mondo dalle sue regole, il cui equilibrio si basa sull’interazione tra due forze opposte, le quali non possono esistere individualmente l’una dall’altra.

La forza di questo libro, secondo me, non sono le ambientazioni suggestive, le profezie o gli intrighi a livello di trama, quanto le diverse culture e religioni che si sviluppano ed entrano in contrasto fra loro.  
Le diverse credenze spingono infatti i personaggi al punto di rottura.

L’autrice sfrutta sapientemente il pregiudizio umano, mostrandoci una grande allegoria del mondo moderno: qualunque forma assuma l'uomo, qualunque cosa cerchi di portare avanti, anche se lodevole, farà sempre altamente schifo.

Dopo esserci quindi accorti che l’essere umano, forse per conformazione, tende a combinare sempre e solo cazzate, ai personaggi del libro viene data una seconda opportunità, quella di far fronte comune. E per quanto sia bello il fatto che tutti mettano da parte le proprie divergenze per combattere il “grosso drago cattivo”, il problema è proprio questo. La grande minaccia, il grande cattivo della storia è solo un simbolo che ci viene ricordato per 700 cazzo di pagine e che poi viene sconfitto usando delle pietre colorate che manco Sailor Moon versione tarocca.

Ora, io capisco che di mezzo ci siano altri cattivi molto più cazzuti (prima fra tutti la strega Kalyba, che mi è davvero piaciuta), ma onestamente che tu autrice mi rompi le palle fin dall’inizio e poi te la risolvi in due righe, mi fa un po’ rosicare. Se mettiamo di mezzo anche le spiegazioni moooolto lascive, una morte praticamente inutile, l’emotività dei personaggi e l’inesistente capacità di empatizzare con loro nelle prime 600 pagine e una serie di espedienti narrativi davvero no sense, posso capire che a molti non sia piaciuto.

Fatto sta che io a questo libro ho dato 4 stelle su goodreads e ancora non me ne capacito. (Si, uso Goodreads, continuando a non capire come funzioni e si, dò le stelline ai libri. Tralasciate questo ultimo periodo, ve ne prego).

Quindi, cercando di arrivare ad una conclusione: Cervello: ”Ma dopo tutta sta manfrina lo consigli sto libro?” Io: ”Non lo so.” Attuiamo una strategia diversa questa volta: se vi va di immergervi in un mondo fantastico, ma comunque con riserbo e avete abbastanza neuroni da buttare per il finale, allora si, forse questo libro fa per voi.

Altrimenti, non saprei proprio.

Ora smetto di blaterare altrimenti mi becco una serie di querele infinite per disturbo della quiete pubblica. 

La vostra libraia di fiducia,


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