Sei Sospetti Per Un Delitto



Autore: Raffaele Malavasi

RECENSIONE

Con Tre Cadaveri e Due Omicidi Diabolici, Raffaele Malavasi ha dato il via ad una saga davvero interessante, che chissà se avrà mai un nome come accade con i romanzi dei grandi scrittori già affermati. 

La saga dell’Ispettore Manzi” in effetti non suona malaccio (se volete prendere spunto lì alla Newton), e rimanda quasi a quei meravigliosi poliziotteschi dove nel ruolo dell’Ispettore molto spesso trovavamo il compianto Maurizio Merli, che per altro non avrebbe affatto sfigurato all’interno delle storie ideate dallo scrittore genovese. Scrittore che, con Sei Sospetti per un Delitto, arricchisce ulteriormente il suo palmares, regalandoci un altro thriller di ottimo livello. 

Questa volta si parte con un attentato in zona Foce, dove le auto che investono la folla non possono non rimandare ad un'altra saga “certificata”, quella di Mr Mercedes, partorita dalla mente del Maestro Stephen King, che magari è stata proprio di ispirazione per l’incipit di questo romanzo, che però poi prende chiaramente tutt’altra piega. 

La suddetta piega ricalca lo schema già visto nei due precedenti lavori, perché d’altronde l’assioma “squadra che vince non si cambia” spesso risulta vincente ed in questo caso pare proprio riprodurre ciò che il lettore si aspetta di trovare. Un delitto, l’indagine della squadra capitanata da Manzi, l’intromissione della giornalista Orietta Costa e l’intervento provvidenziale dello specialista Red Spada

Lo stile si mantiene anch’esso immutato, componendosi di capitoli brevissimi che vedono un continuo alternarsi delle storie dei protagonisti (soluzione che di gran lunga prediligo in questo genere di letture). L’idea sembra quasi quella di un unico librone composto dalle 3 storie narrate all’interno dei primi 3 romanzi di Malavasi che, tra l’altro, si portano dietro alcune storie “secondarie” rispetto alla vicenda principale, che conferiscono quell’ulteriore pepe che già la sola indagine in ogni caso garantiva.


Tra queste mi viene da citare il pericoloso gioco di cui il piccolo Lorenzo Spada si rende protagonista, un gioco che ripercorre quelle gesta che nella vita reale hanno portato a tragiche scomparse tra adolescenti di tutto il mondo e che è bene sempre ricordare, in quanto argomento delicato e complesso da affrontare. Ecco, forse ridurlo a poche pagine potrebbe risultare un filo superficiale, ma non trattandosi di vicenda principale, ritengo che, come storia di contorno, possa funzionare piuttosto bene, mettendo anche in luce tematiche importanti come l’esclusione dal gruppo e il difficile rapporto figli-genitori, soprattutto quando questi ultimi non prestano la giusta attenzione alla vita dei primi. 

Rispetto ai due lavori precedenti, forse qui viene leggermente meno l’azione in quanto, se escludiamo il pasticcio in cui viene coinvolta la rampante Costa, il gioco si basa più sulle indagini per capire chi stava dietro all’attentato descritto subito in apertura. Ma ciò non lo considero assolutamente una mancanza, in quanto le storie legate ai possibili responsabili mantengono sempre alta l’attenzione del lettore. 

La parte finale poi decolla, con l’apertura dell’appartamento del terzo piano e la chiusura dei giochi da parte di Red. Una chiusura che viene dosata con estrema lentezza, diluita nel tempo per stimolare ancor di più la lettura ed apprezzare infine una disamina sull’accaduto che davvero non fa una piega. 

L’ultimissima sequenza invece, con ciò che accade al buon Giustini (non dico troppo per evitare spoiler), l’ho trovata un filo affrettata, tanto che ho dovuto rileggerla un paio di volte per vedere se avevo capito bene. Ma sicuramente ci sarà modo di approfondire la faccenda, perché la sensazione è che la questione non sarà finita qui. 

Qui il libro
Giudizio complessivo: 7.7

Enjoy, 


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