Relic (2020)



Regia: Natalie Erika James


Nonna, madre, figlia. 

Intrappolate in cicli vitali incontrollabili e ai quali nessuno può uscirne. Tanto meno loro. 

Finiscono col diventare figlia, nonna, madre. 

Colei che si curò di te, lo farà quando te ne avrai bisogno? Sarai amata per quello che eri? O sarai odiata per quello che sei diventata? Verrai dimenticata e ricordata solo al momento della tua morte? 

Tempo e morte. Tempo è morte. 

E la casa nella quale hai vissuto tutta la tua vita diventerà gabbia, bara e infine reliquia. 

Quindi attendi che le mura di questa abitazione si rimpiccioliscano e infine ti cadano addosso, e trasformino la tua carne in muschio, fertilizzante, nuova vita per vermi, insetti, batteri e piante. 


Vita e morte. Vita è morte. 

Il tuo dolore scomparirà, e sarà la tua progenie a portarsi addosso il fardello delle emozioni. 

Relic

Relic, nel personale è come: 

Se esistesse un destino, e se credessi ancora di essere il centro dell’universo, potrei anche pensare che questo film sia stato fatto appositamente per me, e per il particolare periodo della vita che sto passando. E che bene o male chiunque dovrà passare.


Relic, in generale è: 

La conferma che il genere horror è donna, nonostante tutto e tutti. 

Neanche 6 anni fa Jennifer Kent parlava di metafore e depressione in Babadook, e oggi Natalie Erika James (anche lei australiana e l’ho notato solo mentre sto scrivendo queste righe) si spinge su ben più che le sole malattie mentali (comunque presenti), e discorre di morte, amore e famiglia in 1 ora e mezzo praticamente perfetta. 

Guardatelo e, nonostante tutto, amate i vostri genitori mi raccomando. 

Buona visione, 


Trailer


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