Il Bacio della Donna Ragno: La Recensione del Film



Regia: Hector Babenco

Ad una settimana dall’improvvisa scomparsa di William Hurt, lo ricordiamo su Recensissimo non con lacrime di uomini coccodrillo, bensì con baci di donne ragno, che gli hanno valso l’Oscar come miglior attore protagonista.

A dirvela tutta, il ruolo per cui lo ricorderò sempre, è la particina del tossico Harlan in coppia con Keanu Reeves nello spassoso Ti Amerò…Fino ad ammazzarti (1990), dove sfoggiava un look a metà tra Kurt Cobain e Albert di Candy Candy, perennemente strafatto e con lo scatto alla risposta; il vero chapeau glielo faccio qui, dopodiché torno a tessere la tela, scusate la recensione.


America Latina: in un carcere qualunque dividono la cella Valentin (Raul Julia, sempre rimpianto) e Luis (William Hurt). Il primo è un militante di sinistra, tutto causa e partito; Luis, invece è un omosessuale al gabbio per un rapporto con minore. Come si esce da un posto simile? C’è chi si arma di cucchiaio e scava e chi evade con la fantasia; Luis, infatti, racconta a Valentin storie immaginarie di una misteriosa diva degli anni Venti (Sonia Braga), amante di un ufficiale nazista, le impersona, le infiocchetta, le mima, facendole sue. Ma Luis ha anche un segreto…


Di più non vi racconto, posso solo rimandarvi al film, tratto da un romanzo di Manuel Puig (che non ho letto), e dirvi: godetevelo, meno sapete, più ve lo gustate. Dramma di e sull’amicizia, condito da pennellate d’atmosfera horror anni ’40, denuncia sul mondo gay e carcerario, ma soprattutto una celebrazione dei voli di fantasia e del femminile.

Okay, ve l’ho detta un po’ troppo da critico serioso, ma gli ingredienti sono questi: Valentin è un uomo fiero, concreto e rivoluzionario, Luis è un sognatore, gentile e donna dentro, e l’aspetto glabro e biondino di William Hurt lo rende perfetto. In realtà l’attore fu una seconda scelta, all’inizio il ruolo fu proposto a Burt Lancaster che rifiutò per non rovinare la sua immagine macho. Poi però William Hurt ti vince l’Oscar…Chissà se ti sei pentito Burt?


Le storie di Luis sono i riflessi della propria sensibilità: la donna ragno del titolo, Sonia Braga, è una trinità; è la maitresse dei racconti di Luis, sia la donna di Valentin, che Luis stesso, il quale tesse la sua tela. La Braga ha una bellissima scena iconica dove come donna ragno sembra sbucata fuori dai filmini in bianco e nero fra ragnatele finte, con quel look da cattiva del Batman televisivo (SOCK!THUD! BANG! POW! Scusate, non ho resistito).

Insomma, una storia dolceamara, ma molto attuale, con due cavalli di razza in scena, che mostra il potere della fantasia e dell’amicizia, nonché della memoria.

Ciao, William.

Buona visione,


Trailer



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