Gli Occhi di Tammy Faye: La Recensione del Film



Regia: Michael Showalter

Trama


Tammy Faye, bambina emarginata perchè figlia di una donna divorziata, trova il suo scopo nella vita col marito Jim Bakker, nell'evangelizzazione televisiva.

Negli anni '70 e '80 la coppia crea un canale televisivo religioso che diventa il punto di riferimento per molti fedeli, in cui entrambi trasmettono il loro amore per la fede, parlando anche di sesso, omosessualità e Aids. Successo e ricchezza si sgretolano poco a poco a causa di irregolarità finanziarie e scandali personali.


Recensione


Gli Occhi di Tammy Faye, storia della nascita, ascesa e declino dei più famosi predicatori televisivi americani, poteva essere un biopic profondo per le tematiche che avrebbe potuto affrontare, visivamente intrigante, per il look eccessivo della protagonista e invece, malgrado l’eccezionale prova attoriale di Jessica Chastain, non decolla, fermandosi ad una piatta rappresentazione dei fatti.

La pellicola mostra la dicotomia dei coniugi Bakker: da una parte la “coppia televisiva”, gioiosa, sorridente, che recita un ruolo in tv, simbolo di perfezione e serenità, specchio dell’amore di Dio; dall’altra la vita coniugale reale, nelle mura domestiche, in cui contrasti e difficoltà di comunicazione lacerano a poco a poco un rapporto, mandando in crisi il loro matrimonio.


Il divario tra la rassicurante visione pubblica e le ombre della vita privata è raccontato in modo piatto, attraverso la costruzione e dissoluzione del loro impero economico, senza indagare sui profondi segni di disagio derivanti dal fanatismo religioso, sulla distanza fisica della coppia (derivante da una presunta omosessualità di Jim) e sul rapporto conflittuale di Tammy con la madre.

Il fanatismo religioso, al centro del racconto, non è mai veramente affrontato, né tanto meno gli effetti che ha avuto sui due personaggi, sulla loro personalità. Il film lascia in sospeso quanto le loro convinzioni religiose fossero genuine e sincere e quanto le loro azioni fossero dettate da opportunismo e dall’ossessione di successo.


Un altro aspetto, solo accennato, è il rapporto della protagonista con la madre: incompresa e rifiutata fin da piccola, rincorre per tutta la vita l’accettazione del pubblico, in una ricerca spasmodica di visibilità. Anche l’eccessivo uso di trucco, le sue ciglia lunghissime, sono una maschera che nasconde fragilità e incomprensione. Ma tutto ciò si può solo immaginare perché il film non lo indaga, non lo approfondisce.

Una pellicola che si appoggia soprattutto sulla prova di Jessica Chastain, molto somigliante alla protagonista, e che riesce a mostrare i suoi stati d’animo sotto lo spesso strato di trucco, ma che non va oltre la superficie in quello che poteva essere un ritratto dell’America intollerante e puritana dell’epoca, alla ricerca ossessiva di una Fede fatta di esteriorità più che di sostanza.

Giudizio complessivo: 6.5

Buona visione,


Trailer



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