CODA - I Segni del Cuore: La Recensione del Film



Regia: Sian Heder

Trama


Ruby, 17 anni, è l'unica udente di una famiglia di persone sorde. Aiuta i suoi nella loro attività di pesca ed è indispensabile per trattare prezzi e vendite, poichè unica a poter interagire con le persone udenti.

Ma la sua passione per il canto e la possibilità di fare un provino per entrare in una prestigiosa scuola la allontanerà dalla famiglia, che disapprova e non comprende questo suo desiderio.

Ruby si troverà a un bivio: seguire i propri sogni o continuare ad aiutare la sua famiglia?


Recensione


I Segni del Cuore – CODA trionfatore ai SAG Awards 2022 e candidato a tre premi Oscar è una “commedia drammatica” che, alternando i due generi, racconta una storia di formazione, costellata da impedimenti, ostacoli e scelte dolorose, il cui vertice è l’audizione, momento di sacrificio e rinuncia.

La storia è quella classica, già vista in Billy Elliot: una posizione economica sfavorevole, grande talento e determinazione, un pigmalione di turno che individua e incoraggia il talento del protagonista, ma con l’aggiunta dell’handicap.


Ed è proprio qui che c’è la vera novità della storia, nella doppia emarginazione della protagonista: da una parte derisa dai compagni e dalla società per la sordità che affligge i genitori e che in qualche modo la coinvolge direttamente, dall’altra l’isolamento che vive all’interno della famiglia, che non comprende l’interesse per la musica e il canto, ma che lo vive quasi come un insulto alla propria condizione.

La sordità fisica, con gli impedimenti che comporta in un mondo di “udenti” e quella metaforica di chi non “ascolta” i bisogni dell’altro, e non riconosce l’individualità dei figli, coi propri sogni e desideri, ma li vede solo come parte del nucleo familiare e a servizio di esso. Così Ruby si trova sospesa tra due mondi: da una parte quello rassicurante ma isolato composto dai genitori e il fratello, dall'altro quello esterno che affronta con paura, ma anche con determinazione e coraggio.


Il film è coinvolgente, grazie alle interpretazioni convincenti degli attori realmente non udenti, fatto di silenzi a volte più eloquenti delle parole, come quando Ruby spiega con i gesti cosa prova quando canta o quando suo padre la “sente” cantare toccandole il collo.

Ma nonostante alcuni momenti intensi il film rimane una storia piuttosto banale nello svolgersi della trama: dalle situazioni comiche derivanti dalla disabilità, al professore che scopre il talento di Ruby, fino al finale. In più manca di quei numeri musicali avvolgenti ed entusiasmanti, tipici di questo tipo di pellicole, che in Billy Elliot erano rappresentati dai balli sfrenati e liberatori in strada e che qui sono ridotti a flebili esibizioni canore.

Nel complesso un film gradevole, ma non particolarmente diverso da pellicole dello stesso genere e che in sostanza non aggiunge niente rispetto all’originale di cui è il remake (il francese La Famiglia Belier del 2014).

Giudizio complessivo: 7

Buona visione,


Trailer



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