L’Ultima Casa a Sinistra (1972): La Recensione del Film



Regia: Wes Craven

Anno 1972, probabilmente ancora mai nessuno ha sentito pronunciare seriamente il termine “rape and revenge movie”, quando un giovane regista rampante di 33 anni (cazz, era più giovane di me) decide che è arrivato il momento di interrompere l’ignoranza riguardo a questo sottogenere.

E quindi ecco che il nostro Wes Craven esordisce così nel panorama cinematografico con L’Ultima Casa a Sinistra, il classico film brutto, sporco e cattivo che indubbiamente ha segnato un’epoca, dando origine, con alterne fortune, ad una serie di emulatori futuri. Che poi in realtà sarebbe pure un rape and revenge leggermente atipico, considerando gli autori del revenge, ma questo è un altro discorso.

Brevemente la trama. Due giovani ragazze, in cerca di sballo e divertimento, finiranno però per trovare una banda di balordi che abuserà di loro, finendo con l’ucciderle. Ma anche per loro le cose non si metteranno benissimo.


Un film che, all’epoca in cui uscì, suscitò tantissimo scalpore, tanto che anche la sua realizzazione fu molto tribolata, dal momento che molte scene girate non furono mai inserite. È chiaro che visto oggi, in rapporto a tutto ciò che ci è passato davanti negli anni, può non risultare uno dei lavori più disturbanti, ma considerando che erano appena iniziati gli anni ’70, non fatico ad immaginare le reazioni scomposte di pubblico e critica. A tal proposito, è doveroso considerare che esistono diverse versioni del film, alcune più tagliuzzate di altre e in tutto questo l’edizione italiana risulta essere una delle maggiormente penalizzate, tanto che pure io ho sempre visto quella da 80 minuti.


Le prime fasi si concentrano sulle due ragazze, Mary e Phyllis, con dei primi piani molto interessanti che mettono in evidenza una bellezza “innocente” che ti porta quasi immediatamente ad innamorarti di loro. Il tutto grazie anche al contributo delle due attrici, che riescono a destreggiarsi in maniera impeccabile, risultando credibili in un ruolo per nulla facile. A coadiuvarle però, ecco che ben presto prende campo il vero MVP della partita, quel David Hess che nei panni del temibile Krug ci regala una prestazione memorabile, talmente convincente che qualche anno dopo il vecchio Deodato lo scrittura per un simile ruolo ne La Casa Sperduta Nel Parco. Senza poi dimenticare la sua presenza, appena due anni prima di lasciarci, nel dimenticato e francamente dimenticabile Smash Cut, con una irriconoscibile (in quanto munita di vestiti) Sasha Grey.


E proprio la presenza di Hess, mi consente di approfondire il discorso su tutto ciò che rende L’Ultima Casa a Sinistra un film scomodo, al di là delle immagini di violenza che comunque, pur non essendo rappresentate in molte occasioni in maniera esplicita, fanno sempre il loro sporco effetto. Frasi come "Allarga i trampoli, e goditi la tua inferiorità", riferito all’amichetta della banda, oppure il potere carismatico suscitato nei confronti del ragazzetto tossico, praticamente costretto a farsi saltare la testa, sono senz’altro episodi assolutamente degni di nota, che in un certo qual senso possono distogliere l’attenzione dalle mancanze dovute anche allo scarso budget a disposizione.

Anche in considerazione di ciò, lo stile e la regia risultano piuttosto minimal, quasi a livello documentaristico, e non sono da escludere difettucci tecnici sparsi qui e là che indubbiamente non passano inosservati (anche rapportati a prodotti dell’epoca decisamente migliori da questo punto di vista). Però tutto ciò scompare quando la motosega diventa protagonista (lo so, ho un debole per questo strumento), e qui ritengo che la parte del revenge sia una di quelle che dia in assoluto più godimento.


A spezzare poi il ritmo del film, che per altro ritengo assolutamente soddisfacente dal momento che non compare mai un attimo di noia o di calo di tensione, ci sono alcune battute di dubbio gusto e divertenti siparietti non casuali all’epoca, come per esempio l’evidenza quasi caricaturizzata di forze dell’ordine piuttosto inadeguate, qui fatte passare in più riprese per degli emeriti coglionazzi, quando per esempio restano senza benzina o passano di fronte alla macchina dei malviventi tirando dritto con poi seguente rammarico.

Nonostante quindi alcuni scivoloni, ritengo che L’Ultima Casa a Sinistra sia uno di quei film che gli appassionati del genere e di Wes Craven debbano assolutamente recuperare, magari approfittando della versione uncut e prestando attenzione a non cadere vittima del remake del 2009, che magari sarà pure un capolavoro, ma che per quanto mi riguarda, nel caso, lo sarà senza passare attraverso la mia TV o il mio PC.

Giudizio complessivo: 8

Enjoy 


Trailer



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