The Outsider: La Recensione della Serie TV



Ideatore: Richard Price


Riportare su schermo le emozioni che si possono vivere leggendo le pagine di un libro non è mai facile, indipendentemente da quale lettura si stia considerando.

Riportare su schermo le emozioni che si possono vivere leggendo le pagine di un qualsiasi capolavoro firmato Stephen King è per me ancora più difficile, vista la simil adorazione che nutro nei confronti dello scrittore di Portland.

E quindi vien da se che riportare su schermo le emozioni che si possono vivere leggendo le pagine di uno dei lavori del Re che ho apprezzato di meno (attenzione non sto dicendo che sia brutto eh, solo meno incisivo di altri), appare quasi come una mission impossibile.

Eh si perché The Outsider, pur essendo in ogni caso un romanzo molto interessante, non mi aveva preso tantissimo come per la maggior parte degli altri lavori, per cui la curiosità di vedere se sarebbero riusciti a darmi qui ciò che mi era mancato di là era tanta. Curiosità a cui purtroppo non è stata seguita una pari soddisfazione.


Brevemente la trama. Ci troviamo in Georgia, dove viene ritrovato il cadavere davvero malridotto di un ragazzino. Tutti gli indizi, compreso l’abbondante DNA ritrovato sul corpo, portano a giudicare colpevole il suo allenatore, che però al momento del fattaccio si trovava da tutt’altra parte. Come sia possibile spiegare una roba del genere diventerà una sfida ardua, anche perché situazioni di quel tipo al limite dell’impossibile, diventeranno sempre più frequenti.

La speranza inizialmente era di ritrovare qualcosa alla Harry Quebert, una serie che pur non raggiungendo le vette del libro, ne manteneva comunque i tratti fondamentali, restando fedele per quanto possibile alle vicende e ai personaggi. E in questo senso non posso lamentarmi, perché la storia non viene stravolta e ci ritroviamo esattamente dove avevamo letto.


L’arrivo dei titoli di testa, davvero molto belli, è un valore aggiunto che si trasmette in tutti gli episodi, e i personaggi risultano nel complesso credibili. Quello che mi ha destato maggior stupore è sicuramente quello di Holly, che nella mia testa mi ero sempre immaginato totalmente diverso in tutti i romanzi in cui era comparsa. Cynthia Erivo se la cava più che dignitosamente e si guadagna senza troppa difficoltà la palma di MVP. Trascurabili invece le prestazione del resto del cast.

Non mancano alcune scene piuttosto interessanti, a tratti anche ben realizzate e coadiuvate da effetti intriganti, che però a mio avviso non vengono sfruttati appieno. Considerando le potenzialità della vicenda, si sarebbe potuto spingere maggiormente su questo tasto, ottenendo un prodotto più spinto e sicuramente più appagante dal punto di vista visivo.


Ma al di là di queste perplessità, ciò che nel complesso mi ha convinto meno, e che mi fa valutare la serie come appena sufficiente e nulla più, è decisamente la poca suspense che riesce a trasmettere rispetto al libro. Non so se in parte ciò sia dovuto al fatto di conoscere già la storia, ma in realtà credo invece che se uno non si sia approcciato al romanzo, potrebbe trovare questo lavoro piuttosto statico e in alcuni tratti quasi lento.

Perfino la parte finale dentro le grotte, che si leggeva tutta di un fiato, qui non risulta molto avvincente e, a mio avviso, si candida per essere proprio la parte più deludente.

Giudizio complessivo: 6

Buona visione,


Trailer



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