L'arma Dell'inganno - Operazione Mincemeat



Regia: John Madden


Trama


Londra, 1943. Gli ufficiali Ewen Montagu e Charles Cholmondeley, membri del controspionaggio britannico, escogitano un piano improbabile quanto ingegnoso per ingannare i nazisti e fargli credere che gli alleati sbarcheranno in Grecia invece che in Sicilia.

Il piano consiste nel lasciare andare alla deriva un cadavere a cui è stata creata una falsa identità, fornito di un fascicolo d'informazioni che attestano la sua esistenza e il falso piano di invasione...


Recensione


L’arma Dell’inganno racconta la guerra fuori dai campi di battaglia, in una di quelle operazioni segrete che ha salvato il mondo senza che il mondo lo sapesse. La pellicola è una spy story che punta tutto su un inganno così assurdo da risultare credibile: un’operazione complessa per creare dal nulla un’identità, una vita coerente, un’esca appetibile per il nemico. Madden racconta il più grande depistaggio della guerra “nascosta”, un piano tattico così preciso e ricco di dettagli da risultare plausibile ed ingannare i più alti gradi tedeschi, così da permettere lo sbarco degli alleati su una costa pressoché deserta.


Il regista lo racconta però in modo didascalico e lineare, decidendo di scandire i passaggi del piano con la voce narrante di Ian Fleming (il papà di James Bond), che partecipa alle operazioni, e parallelamente è dedito alla scrittura di una storia di spionaggio immaginaria. Questo non fa che appesantire la narrazione, privandola di quella tensione vertiginosa degli eventi e della suspense, derivante dall’incertezza della buona riuscita della macchinazione.

Non si dà il giusto peso, a parer mio, al lato umano, alle scelte al limite dell’etica (il cadavere utilizzato inizialmente ritenuto un vagabondo, viene rivendicato dalla sorella, ma le viene negato), ai rapporti fra i protagonisti, alla tensione che un’operazione del genere deve aver generato; non viene sufficientemente raccontato, se non con lievi accenni, la profonda solitudine di questi eroi isolati dal resto del mondo, che si nutrivano della finzione da loro stessi creata, per dare senso alla loro esistenza in quei difficili frangenti.



Il lato emotivo e umano è mostrato solo nel triangolo sentimentale degli ufficiali Montagu e Cholmondeley entrambi invaghiti della segretaria vedova Jean. Ma anche questo tocco romance non dà corpo alle emozioni e i due Mr. Darcy (Colin Firth e Matthew Macfadyen) non danno il meglio del loro fascino e romanticismo sotto la direzione di Madden.

Definirei la pellicola corretta, precisa, con buone interpretazioni, ma tutto molto accademico e un po’ freddo. E considerando che erano in gioco migliaia di vite e il destino di una guerra, direi che il lato emotivo poteva dare più corpo ad un evento che pur avendo dell’incredibile, viene mostrato come un semplice susseguirsi di eventi.

Giudizio complessivo: 6.5

Buona visione,


Trailer



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