Indaga, Detective: La Recensione del Libro



Autore: Autori Vari


Questa primavera, tempo ballerino permettendo, si torna a vivere all’aperto, tra passeggiate, bagni, e poche mascherine. Così ringrazio la mia sorellona Betta per avermi regalato questa raccolta da gustare in modalità “lucertola al sole” abbarbicato su qualche scoglio, col vento che sfoglia le pagine più veloce di me per sapere come vanno a finire le storie.

Indaga, Detective, è una raccolta di dodici storie nere ambientate in varie province italiane da nord a sud. Piccoli casi per grandi investigatori, o meglio, personaggi già noti che qui si concedono degli spin off. Dodici casi di crimini banali, domestici: la cronaca spicciola che di nero ha solo lo squallore dell’essere quotidiano, da taglio basso a pagina otto della rivista di gossip o il grigiore di una difesa d’ufficio.

L’idea è nata da Paolo Roversi, autore e organizzatore del festival noir NebbiaGialla, che nel 2021, ancora sotto le maglie di divieti e restrizioni, e con la cappa della nostalgia per bei momenti all’aperto tra colleghi, fan, amici e brindisi, ha chiamato a raccolta in conference call altri scrittori per organizzare questo libro, come segno di ripartenza per i lettori, ma col più nobile scopo di donare i proventi al vero eroe italiano della pandemia: la Croce Rossa Italiana.

Eh già, le storie sono noir, ma è più nera l’ombra che aleggia sulla maggior parte di esse: il COVID.

Molti racconti si svolgono all’indomani o nell’immediato dell’annuncio del primo lockdown, quei fatidici 9 e 10 marzo 2020. E sarò sincero, ho apprezzato questo minimo comune denominatore di ulteriore alone di pericolo nell’indagine, da brivido sottopelle di un periodo nel quale viviamo tuttora. Nero criminale sì, ma anche corale.

Si inizia con una prefazione da Napoli, a cura di Maurizio di Giovanni, dove i personaggi delle storie future si rivolgono al lettore, perché stanno stretti nelle loro pagine abituali.

Quindi si parte con Milano, città che non ha mille sguardi, ma prosaicamente tre racconti:

Il Codice Gratta e Vinci: alza il sipario Sandrone Dazieri, che omaggia il compianto (con sorriso) Andrea G. Pinketts, scippandogli il personaggio di Lazzaro Santandrea, alle prese con un barbone in un autogrill che si dice derubato di una schedina vincente. Farcito di giochi di parole e humor nero, si ghigna forte. Veh, che roba! Dazieri padroneggia Pinketts in modo mimetico.

Dopo la risata, la tragedia di Paolo Roversi con Omicidio a Domicilio: il giornalista di nera Enrico Radeschi inizia il lockdown non facendo la pizza in casa e cantando dal balcone, bensì indagando sul caso di un rider che gli si spiaccica davanti mentre aspetta l’ascensore. “Andrà tutto bene?”, come si diceva. Una buona amalgama tra farsa e dramma, dove spicca la figura paterna del vicequestore Sebastiani e il suo immancabile sigaro.


Money Transfert. Il penalista Lorenzo Ligas si ritrova a dover difendere a gratuito patrocinio un vecchio rottame pregiudicato per una rapina ai danni di una cassiera del money transfert, con tanto di testimoni oculari. Tutto pronto per il patteggiamento, ma l’uomo dichiara di essere innocente, e Ligas sente che è la verità; e la verità non è mai così semplice. Ferraris ci regala una storia lineare, cinica e ironica allo stesso tempo. Mi ha ricordato Carlotto, che peraltro è uno dei suoi numi, con finale celebrazione della mala d’una volta.

Scendiamo sul lungolago comasco per Cenerentola Rumena, di Rosa Teruzzi; madre Iole e figlia Libera in versione Miss Marple regionale si mettono sulle tracce della modella Dragomira in fuga da un playboy equivoco. Storia di donne (du-du-du), leggera e all-girls, frizzantina e gradevole come uno Spritz all’happy hour.

Nel girone più basso, Enrico Pandiani ci trasferisce a Torino, dove Zara Bosdaves è sulle tracce di una Mina, una prostituta di colore scomparsa. Per ritrovarla, si affiancherà ad degli amici che fanno il giro dell’assistenza ai senzatetto. Un giro dantesco attraverso i rioni della città e gironi della miseria, la città sotto la vernice notturna. Adesso so che guarderò in modo ancora diverso i volontari che aiutano i barboni.

Scendiamo a Parma con la storia che ho preferito e che dovrei imparare a scrivere: L’ultima Notte. La carabiniera Nina Mastrantonio vive un conto alla rovescia nelle ore imminenti all’annuncio del lockdown dando la caccia a un serial killer che sente l’urgenza di un’ultima vittima prima della chiusura. Coinvolgente, implacabile, con bei colpi di scena e una protagonista sfaccettata e originale, che unisce il dramma dell’indagine e i dilemmi privati della carabiniera. Brava, Daniela Grandi.

Sulle sponde di Ferrara invece il simpatico caso della Bicicletta di De Nittis, l’omonimo protagonista, capitano che si vede fregare la propria bici con la borsa dei documenti importanti mentre fa colazione sotto i portici. Aiutato dal fido amico giornalista e da comprimari variopinti – tra cui bariste tettone e hipster vichinghi, - l’indagine lo porterà ad altre piste più cupe. Si respira l’aria della provincia romagnola, quella cara ad Avati, ma meno cupa.

Sponda opposta a Genova, con Umbre de muri (ombre di facce) di Paolacci & Ronco. Il vicequestore aggiunto Nigra, si vede raccomandare un cugino del questore per un’ indagine: l’uomo è stato minacciato di morte durante una seduta spiritica, dalla moglie defunta. Racconto spigoloso e diffidente, fra omertà e quieto vivere come la città che racconta, parola di genovese.

Sul lungarno fiorentino non si è assopito il Pescatore verde di Leonardo Gori, ma pescando di frodo, tira su con le reti un ragazzo e un burattino. Questo è un caso per Carlo Collodi; che oltre alla materia d’indagine trova anche elementi letterari… Bella anche la trovata di usare lo stile linguistico dell’epoca. I rimandi alla celebre fiaba non sono didascalici, ma ben dosati. Viene anche voglia di recuperare gli altri episodi del ciclo Collodi & Jarro.

La campagna senese invece ce la racconta Valerio Varesi con Micromega. A metà tra Sciascia e il mito del Grande Vecchio, un pamphlet aulico sull’abbassamento culturale delle masse ai fini del Potere. S’è capito che m’è piaciuto poco?

Ultima fermata a Pescara, sull’Adriatico per ammirare Il mare a settembre, di Romano de Marco.Una ragazza bella, ricca, di buona famiglia, viene trovata morta in spiaggia a fine stagione turistica. La versione nera di Sapore di Mare, dove l’autore dimostra di conoscere bene tanto i giovani d’oggi quanto i quarantenni, lasciando alla fine una lieve brezza di mare, anche se non è quello d’inverno cantato da Ruggeri.

Luca Crovi conclude col detective per antonomasia: Sherlock Holmes. Il diavolo fa solo le pentole vede il nostro confrontarsi col nemico più giurato: Arthur Conan Doyle. Fa il suo dovere di breve outro a sipario chiuso. Elementare, Watson.

Il vento ha soffiato fra le pagine, la brezza ha chiuso il libro, promosso. Andiamo a fare un bagno?

Qui il libro

Buona lettura.



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