Studio 666: La Recensione del Film



Regia: BJ McDonnel


Dopo aver flirtato con il demonio nel divertente Tenacious D e il Destino del Rock (memorabile la sua interpretazione nei panni di Satana), Dave Grohl decide che è arrivato il momento di aumentare un po’ il tiro.

Ed ecco quindi arrivare Studio 666, diretto da quel BJ McDonnell, “famoso” solo per l’insulso e inutile terzo capitolo della saga di Hatchet.

Brevemente la trama. I Foo Fighters (Grohl in particolar modo) sono in grossa crisi compositiva e il produttore spinge affinché il decimo album esca fuori nel più breve tempo possibile. Una villa isolata nel nulla, con tanto di maledizione rockettara al seguito, sembra essere la location ideale. Ovviamente sarà un massacro generale.

Da buon ammiratore del gruppo ed in particolare del poliedrico Dave Grohl, non appena sono venuto a conoscenza di questo lavoro, non ho potuto resistere, anche ripensando alla recente e tragica scomparsa del batterista Taylor Hawkins (d’accordo il rock’n roll figlio mio, ma dieci droghe in una botta avrebbero steso pure Lemmy).


Una particolarità su cui poi ci si soffermava nei trailer e nei primi commenti letti qui e là era la presenza di una buona dose di splatter e brutalità varie, per cui proprio non si poteva attendere. Ed in effetti da sto punto di vista non ci possiamo proprio lamentare, con il sangue già ottimo protagonista a partire dall’inizio con la scena pre credit, che tra l’altro ci porta subito nel cuore di quella che poi è diventata la leggenda. Anche i titoli di testa sono decisamente apprezzabili, facendo quindi partire bene tutto il carrozzone.

L’intero film è costruito chiaramente sui componenti della band, che non sono attori professionisti e si vede. Nonostante alcuni imbarazzi evidenti, nel complesso però non se la cavano malaccio, con Dave Grohl asso pigliatutto, Rami idolo indiscusso (chissà se pure nella vita reale è fuori di testa a quel modo lì) e pure il povero ed impacciato Pat Smear (che in più di un’occasione si deve essere chiesto chi gliel’ha fatto fare) fa la sua sporca figura da semi minchione. Quello che si evince è che nel girare il film i siano divertiti parecchio e pure gli spettatori non saranno da meno, sempre che siano coscienti di quello che stanno guardando.


Come già accennavo prima, il livello gore soddisfa, anche se viene piuttosto dosato e per lunghi tratti resta solo nelle fervide immaginazioni degli inguaribili ossessionati dai globuli rossi. Quando però vien fuori, si gode di effettacci ben realizzati che vanno a comporre alcune scene degne di nota (il povero Krug che spunta dal barbecue, l’incubo di Grohl, la motosegata ai due amanti e la decapitazione col piatto giusto per citare le prime che mi sovvengono).

Le mancanze tecniche vengono poi compensate grazie alla dichiarata voglia di non prendersi troppo sul serio, tramutatasi sin da subito in copiose esagerazioni e battutacce di pessimo gusto che ovviamente soddisfano i palati fini come il sottoscritto. Non mancano neppure interessanti camei come quello di Lionel Ritchie e del maestro Carpenter nei panni di un tecnico del suono, lui che di suoni se ne intende davvero e non a caso mette lo zampino pure su una parte di colonna sonora del film (e si sente quando tocca a lui entrare in scena).


Per il resto non c’è molto altro da salvare; le mille apparizioni di spiritelli con gli occhi arrossati da un photoshop troppo invadente alla lunga stancano e risultano ridicole, e vero la metà si iniziano ad accusare troppe lungaggini che fanno emergere come un taglio di 20 minuti buoni di pellicola avrebbe sicuramente giovato al risultato finale.

Risultato che però nel complesso non delude, soprattutto i fan di Grohl, sulla cui figura viene pure molto ironizzato, ponendo l’attenzione su come in generale il frontman tenda a spesso tiranneggiare con il resto della band (cosa che penso faccia per davvero tra l’altro 😁), arrivando poi a privilegiare la carriera solista. Ovviamente siamo lontani dal capolavoro, ma mi sono divertito e mi sento di consigliarlo a tutti i cazzaroni in cerca di sangue e rock’n roll.

Buona visione,


Trailer



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