L’Amica Geniale (Stagione 1): La Recensione della Serie TV



Ideatore: Saverio Costanzo


La serie L’Amica Geniale è tratta dalla tetralogia di Elena Ferrante.

Napoli, anni 50-60. Sono anni cruenti, soprattutto se sei una donna e l’oppressione maschile ti alita sul collo. Elena e Lila lo sanno bene. 

Cresciute in un rione malfamato dove l’ignoranza regna sovrana, già da bambine fanno i conti con il vigente maschilismo dell’epoca, che cerca di imporsi in tutti i modi nelle loro vite fino a plasmarle. Elena vuole andare via. Lila no. Vuole restare e cambiare le cose. Non ha paura. Guarda in faccia gli uomini e gli sputa addosso. Mi fate schifo. Mettimi le mani addosso ed è finita.

La prima stagione racconta la storia delle due amiche a partire dall’infanzia. Competizione e rivalità fanno subito capolino. Elena è brava. Ma Lila di più, in tutto. Malgrado l’ostilità reciproca, scoprono di aver bisogno l’una dell’altra in un modo quasi viscerale.


Mentre Lenù continuerà gli studi, Lila sarà costretta a fermarsi. Le femmine non studiano. A che serve studiare se puoi trovare un marito? I fratelli Solara sono un buon partito: ricchi, conosciuti, temibili. E quando uno di loro mette gli occhi su Lila, inizia un gioco pericoloso che lo vedrà sottomettersi per poi essere rifiutato. Uno scandalo. Le ragazze del rione accettano ogni tipo di violenza e stanno zitte. Lila no. Dice basta. E nemmeno Elena riesce a fermarla. Quest’ultima farà a pugni con un amore tormentato, succube di un sentimento impossibile da eludere o contrastare. Entrambi colti, con le stesse passioni e gli stessi pensieri. Eppure al contempo diversi e irraggiungibili.


L’intera serie, così come i libri, viene narrata con gli occhi e la voce di Elena, protagonista principale che, tuttavia, verrà sempre oscurata dall'invadente presenza dell’amica. L’autrice illustra un quadro perfetto della Napoli anni 50: arretrata, patriarcale e gravemente insanabile. Ci sono donne che sgomitano e lottano per emergere. Altre, invece, restano in un angolo a subire lasciandosi divorare dai padri, dai mariti e da tutti quegli uomini che credono di avere il rione tra le mani. Saranno così destinate ad essere prima figlie e poi madri, senza diventare nessuno. Identità anonime tra identità che contano. Questo è il loro futuro nel rione. E per ogni gesto di ribellione, il pugno maschile è sempre più vicino al loro volto. Sarà questo che porterà Lila ad accettare la sua condanna a morte, credendo che sia il biglietto per un’altra vita.


La visione della serie, ma soprattutto la lettura del libro, è caldamente consigliata. Uomini e donne dovrebbero addentrarsi nel mondo controverso e ahimè reale di Napoli, che ha visto il lento deterioramento delle donne, considerate solo delle serve fidate. Non dovevano istruirsi o coltivare interessi. L’unico scopo doveva essere la procreazione e la maternità. Lila e Lenù combatteranno con le unghie e con i denti per uscirne vive.

Buona visione,


Trailer



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