Perché Hai Paura?: La Recensione del Libro



Autore: Jérôme Loubry


Dunque dunque, caro il mio il mio Jérôme Loubry, perché te ne sei stato così tanto tempo nascosto prima di farti scoprire???

Eh già, perché il romanzo Perché Hai Paura? (Les Refuges, in lingua originale), uscito nel 2019 e pubblicato qui da noi grazie alla Casa Editrice SEM, è proprio uno di quei libri da scoprire pagina dopo pagina, così come l’autore che, fino ad adesso, era rimasto (ingiustamente aggiungerei) fuori dalle mie esperienze letterarie.

Ma i feedback letti qui e là riportavano grandi cose su questo lavoro per cui, data l’affinità con il genere, non è stato complicato portarlo a casa e terminarlo in pochissimi giorni. E ovviamente i feedback avevano dannatamente ragione.

Brevemente la trama. Ci troviamo negli anni ’80 in Normandia e Sandrine è una giovane giornalista in cerca di scoop. Un giorno viene a sapere che la nonna che non ha mai conosciuto è venuta a mancare lasciandole in eredità il poco che aveva. Problema, la nonna viveva su un’isola sperduta e, una volta messo piede lì, Sandrine capirà che andarsene non sarà così facile e conveniente.


Già l’inizio ti colpisce, con la storia dei gabbiani e dei cadaveri che ti fa intuire che l’autore ci andrà giù pesante, senza risparmiare nessuno. Da lì comincerà un alternarsi di storie tra ciò che accade alla Sandrine del 1986 e ciò che è accaduto alla nonna nel lontano 1949, durante il trasferimento sull’Isola. Il coinvolgimento è totale, con la faccenda del Re degli Elfi che ti entra dentro, ti rapisce e poi, così dal nulla ti abbandona quando Loubry passa alla seconda boa di segnalazione.


"Parlez-moi d'amour,
Redites-moi des choses tendres..."


Da qui lo scrittore comincerà a rivoltare la storia come una frittata, facendoti più volte credere di aver capito come stanno le cose, salvo poi doverti ricredere qualche pagina dopo, e strizzando più di un occhio alla psichiatria applicata, tanto che alla fine ti vien la voglia di andare a cercare davvero se certi “teoremi” esistono davvero nei tomi di riferimento per la materia.


"Dopotutto, cosa ne è di un incubo quando lo si svuota del suo potenziale terrore? 
Né più né meno di un sogno"


Il viaggio di Sandrine, per come viene raccontato, è assolutamente pazzesco, davvero ti sembra di essere lì con lei, denotando una fantasia di Loubry assolutamente notevole, soprattutto ripensando poi a fine lettura a quello che era realmente accaduto.

I capitoli sono brevi, punto a favore per quanto mi riguarda, e lo stile di scrittura l’ho trovato molto interessante, quasi ricercato in alcuni frangenti dove l’autore si concede piacevoli divagazioni sul tema. Ma il restare sempre focalizzati sulla vicenda è senza dubbio la carta vincente che, mai come in questo caso, ti obbliga letteralmente a proseguire anche quando non dovresti. E soprattutto, cosa che raramente mi è successa, la voglia di proseguire strideva in più di un’occasione con il desiderio di interrompere, proprio per non arrivare alla fine e privarmi così di qualche altra ora di lettura.

Ecco qui mi fermo, perché i rischi spoiler sono troppi, e chiudo con l’unica piccola perplessità, dovuta al quanto sia veramente credibile tutta la situazione architettata. Probabilmente, non essendo esperto in materia, mi risulta difficile riuscire a montare tutti questi castelli di sabbia, in maniera così lucida e definita, ma apparte questo chissenefrega, libro eccezionale.

Giudizio complessivo: 8.8

Buona lettura,


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6 commenti:

  1. Hai detto bene, a parte questo chi se ne frega, però....

    SPOILER
    .
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    .
    .
    Adesso, sono con te su quanto hai scritto, davvero, una trama magistrale e per certi versi affascinante...e dunque?!?!
    Ci siamo capiti credo, il finale.....devo dire purtroppo non mi ha convinto. Forse perché Shutter Island aveva già sorpreso tutti e qua il concetto mi sembra più o meno simile. Sono ormai passati un paio di mesi dalla lettura, ma ricordo lo sconcerto. Forse non avevo capito bene, ma era tutto frutto di una fantasia? Qualcosa per dissimulare un trauma? L'ho trovato forzato. Resta notevole il racconto, gli incastri, ma anche il primo capitolo (se non ricordo male) della ragazza in spiaggia che vede i corpi riaffiorare, che senso ha? Come lo spieghi?
    O sono io a non essere riuscita a dipanare la matassa, o c'è qualcosa che non mi torna....
    Dammi un parere, ciao!

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  2. Ciao!
    Guarda dopo la fine della lettura ci son rimasto parecchio a pensarci su ed oggettivamente ancora adesso non so quanto la mente umana potrebbe riuscire a creare rifugi e storie così ben definite...sarebbe da sottoporre la questione ad un esperto in materia e non escludo che lo farò 😅.
    Sicuramente poi ci sono parti che sono state palesemente romanzate e che vanno secondo me un po' oltre la logica, come effettivamente quel primo capitolo, che ovviamente ci starebbe se la storia fosse lineare (i corpi dei bambini qualcuno li avrebbe visti sicuramente), ma che da collocare all'interno dell'enorme castello creato è molto difficile, e pure io non credo di esserci riuscito onestamente 😅.

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  3. Ahahahah, grazie, sono lieta di apprendere che abbiamo avuto le stesse perplessità. Peccato perché la storia è veramente avvincente e secondo me con un finale diverso sarebbe stato una bomba, invece il colpo di scena ha un po' inficiato il tutto o forse lo scrittore non ha riletto i capitoli lasciando qualche buco nella trama e qualche forzatura, peccato davvero. Fammi sapere a questo punto cosa ti dirà l'esperto....👋

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    1. E ti dirò un'altra cosa, sapendo com'è andata, non escludo che tra un po' lo rileggerò prestando maggiore attenzione ai dettagli...cosa che faccio spesso anche nei film dove ci sono plot twist finali che ribaltano il tutto 😉

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  4. Bene, nel caso ti rileggerò.
    A proposito di trame notevoli vista la passione, hai mai visto "Identità?". Sono quasi certa di si, nel caso fammi sapere, anche lì avevo davvero sbagliato tutto, ma in quel caso la colpa fu solo mia....😂

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