Mare Fuori (Stagione 1): La Recensione della Serie TV



Ideatore: Cristiana Farina


Un errore può costare caro. E questo Filippo non lo sapeva prima di ritrovarsi dietro le sbarre dell’IPM di Napoli: un carcere minorile vista mare.

Pianista di talento. Milanese. Ricco. Filippo è il bersaglio perfetto. E si ritroverà a dover fare i conti con mostri più grandi di lui, tra cui Ciro, figlio di un camorrista che tenterà in tutti i modi di eliminarlo. E non sarà l’unico.

La serie si snoda tra le storie dei carcerati. L’omertà che regna sovrana. Chi finge di non vedere. Chi sa e non parla. Soprusi e violenze. Napoli viene raccontata nei suoi aspetti peggiori. Solo il mare, sempre più lontano, sembra consolare i ragazzi.


L’unico rimedio all’odio è l’amore che nascerà all’interno di quelle mura. Amori e passioni. Nocivi e tossici. Ti voglio. Mi fai impazzire. Mettimi alla prova. Cosa mi fai? Vattene. Filippo, costantemente fuori posto, si farà strada a testa bassa lungo quei corridoi contaminati dalla paura. Ma non sarà solo. Ad appoggiarlo ci sarà Carmine, incastrato in una vita che non gli appartiene e da cui cercherà di fuggire ad ogni costo.

Intanto il tempo scorre sempre più veloce. I rischi sono sempre dietro l’angolo. Entrambi verranno posti di fronte ad una scelta implicita, l’unica: vivere o morire. Il protagonista sembra abbandonarsi alla disperazione. Non ce la faccio più. Rivoglio la mia vita. Questi mi ammazzano.


Anche la direttrice, Paola Vinci, abbassa le mani. Dovete crescere. Non posso aiutarti. Quest’ultima, vittima di un passato sofferto, ha una storia da raccontare. Così come tutti i carcerati che, per motivi differenti, si sono ritrovati accomunati dalla stessa matrice. La violenza.

Mare Fuori è una serie toccante e struggente, che porta lo spettatore a toccare con mano una realtà diversa: la peggiore. È un continuo domandarsi cosa faremmo noi al posto loro. Cosa avremmo fatto. E perché. L’obiettivo non è quello di compatire i personaggi, ma di comprenderli senza però giustificarli.

Speranza e morte si aggirano silenziose tra quelle celle. Per Filippo è un perpetuo conto alla rovescia che lo porterà a tormentarsi fino alla fine. E poi, all’improvviso, la svolta.

Buona visione,



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