Bubba Ho-Tep – Il Re è Qui: La Recensione del Film



Regia: Don Coscarelli

Paul McCartney è morto nel 1966 in un incidente stradale ed è stato sostituto da un sosia molto dotato; i tre Beatles superstiti hanno sparso indizi ovunque per sentirsi meno in colpa. Linea a Giacobbo.

Anche Dario Argento è morto: ucciso da un fan è stato rimpiazzato pure lui. La prova lampante? Dopo Phenomena (1985) non ha più azzeccato un film, non c’è altra spiegazione.

Con Bruce Lee, reo di non aver pagato il pizzo alla Triade, è stato più semplice: un’invasione di cloni miagolanti e ben coreografati per tutti gli anni ’70. Tanto, chi li distingue?

E mentre Jim Morrison ha fatto domanda alla Forestale Canadese, che mi dite di Elvis? Oh, il Re è vivo, viva il Re e le sue Pelvis in the Memphis.


Elvis Presley è vivo e vegeto, però non se la passa bene. Più che all’ Heartbreak Hotel è all’Hospice, anziano e con una pustola sul suo - ehm - microfono che ha battezzato Priscilla. Anni prima, stanco della vita da rockstar si era scambiato con un suo sosia, Sebastian Haff, che però è morto stroncato dai bagordi, intrappolandolo nell’identità dell’altro. Elvis è in buona compagnia: con lui c’è Jack, un nero convinto di essere JFK a cui hanno trapiantato pelle scura e cervello, certi che nessuno gli avrebbe creduto; In effetti… La strampalata coppia dovrà vedersela con qualcosa di peggio che padelle e cateteri: infatti per i corridoi della casa di riposo si aggira una mummia che succhia l’anima agli ospiti direttamente dal buco sacro. E come si dice, mors tua…No grazie, aspetto ancora un po'.


Se l’idea vi sembra promettente ma trash, ricredetevi: funziona. Primo perché viene dal racconto eponimo di Joe R. Lansdale, contenuto nella raccolta Notizie Dalle Tenebre - edito da Einaudi - che con fare accattivante e dissacrante, cattura sulla pagina il ritratto di un’icona, anzi dell’Icona con la K maiuscola dell’America, Elvis. Per chi non conoscesse Lansdale, o pensava (e mi ci metto anch’io) che il Texas fosse solo deserto e stelle solitarie, consiglio il recupero di questo e di La Sottile Linea Scura. Finita la lista per gli acquisti, vi dò il secondo motivo.

Tra un Phantasm e l’altro, Don Coscarelli adatta il racconto e fa interpretare Elvis con buona scelta di casting a Bruce Campbell e il suo mento importante. Proprio lui, il divo del B-Movie per eccellenza, l’Ash di La Casa (1981) in poi. Come si fa a non voler bene a quest’uomo? Smorfie gommose su faccia da duro e puro made in USA. Se non siete d’accordo guardatevi L’Armata Delle Tenebre (1993) e poi ne riparliamo. Il suo Elvis è un uomo stanco e disilluso, in pieno afterglow, gli ultimi bagliori del crepuscolo, come la vecchiaia in certe case di riposo. 


E siccome quando si invecchia si ritorna un po' bambini, non manca anche un certo tipo di umorismo più alla buona – diciamo scurrile – ma che scorre e non infastidisce, anzi ci fa affezionare a questi due vecchiardi.

Elvis (prima dello scontro finale): “Presidente, ho solo una domanda. Marilyn: com’era?

Jack: “Top Secret. Ma in confidenza…Wow!

Il film è così low budget da non permettere neppure una canzoncina di Elvis o allusioni al Re, dati i costi sanguinari dei diritti d’autore, ma non servono, la vecchiaia del nostro è un rumore in sottofondo. E l’horror, mi direte? C’è, c’è: Coscarelli è uno specialista di genere e piazza delle sequenze in modo impeccabile. La più celebre è il duello di Elvis con uno scarabeo grosso come una pantegana. Se vi fanno senso gli insetti, allora è per voi.

Al netto dei brividi, la storia è da confrontare con una graziosa commedia francese dei primi anni zero, I Vestiti Nuovi dell’Imperatore (2001), con protagonista Napoleone Bonaparte, un còrso frettoloso, infatti è corso via.

Il Re invece è vivo, è sempre lui. Are you lonesome tonight? Se sì, buona visione.

Curiosità: nei titoli di coda si annuncia un sequel, Bubba Nosferatu: Curse of the She-Vampires. Nato come scherzo, ormai ci credono in pochi. Il miglior fuoco di una leggenda è il dubbio: forse che sì, forse che no…

Buona visione,


Trailer



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