Crawl - Intrappolati


Regia: Alexandre Aja



RECENSIONE

Discreto film d’intrattenimento spinto, che aggiunge pochino al panorama horror animalesco, ma che riesce a garantire un buon ritmo, soprattutto se non si ha troppa voglia di tenere il cervello collegato per tutta quell’ora e mezzo scarsa.

Detto ciò, i coccodrilli (o alligatori che dir si voglia, cambia poco la sostanza) sono bestie che mi hanno sempre affascinato e che più volte si sono alternati sul piccolo e grande schermo, con fortune alterne. E mi riferisco per esempio al buon Alligator, cult anni ’80 che si posiziona spanne sopra al Lake Placid più moderno, senza tralasciare quel gran capolav…ehm no scherzavo, volevo dire quella grandissima nefandezza (ma chiaramente da me apprezzata) che risponde al nome di Dinocroc vs. Supergator.

La visione di Crawl quindi ci stava assolutamente da parte mia, anche in virtù di premesse incoraggianti, che indirizzavano il film lungo il filone della solidità e della buona riuscita tecnica, piuttosto che regalare l’ennesima trashata in stile Asylum. In produzione troviamo infatti quel Sam Raimi che di certo non ha bisogno di presentazioni, mentre in cabina di regia figura quell’Alexandre Aja che avevo apprezzato molto sia nel gioiellino Piranha 3D (che era pure una mezza trashata, ma almeno fatta con stile) che pure in Mirrors e Alta Tensione.


E la prima considerazione che vien fuori dalla mia ultima frase è che chiaramente era lecito attendersi qualcosa di più, al di là del semplice compitino. Bisogna anche ammettere che non era facile uscire il capolavoro da questa sceneggiatura, sia per la non eccessiva originalità della faccenda, sia per la scelta (forse in parte criticabile) di non aver puntato sulla cazzaraggine in stile Piranha 3D…ma probabilmente neppure lo spettatore andava in cerca del film da 10/10.

In tutto ciò, gli alligatori fanno la loro sporca figura, son ben realizzati anche se in più di una circostanza si dimostrano essere un po’ coglioni (ma se fossero stati semi furbi il film sarebbe durato 11 minuti) e riescono mantenere viva l’attenzione per tutta la durata della pellicola.

Il pericolo derivante dai rettili si mescola bene con la minaccia creata dall’uragano, garantendo una buona tensione e regalando anche alcune interessanti riprese degli esterni durante la tempesta. Meno interessante risulta invece la dosatura dello splatter in quanto, sì che le bestie banchettano in lungo e in largo, ma è altrettanto vero che lo spettatore ingordo di sangue avrebbe preferito una maggior esplicità negli effetti gore.


Kaya Scodelario se la cava piuttosto bene nella parte dell’eroina nuotatrice, così come Barry Pepper in quella del padre, anche se a volte prendono il sopravvento dialoghi leggermente tendenti all’imbarazzante, a cui fanno da corredo non troppo convincente i dubbi e le paure sportive che affliggono la protagonista e che, per forza di cose, ne influenzeranno la capacità di tirarsi fuori dall’impiccio in cui è finita (anzi, in cui si è cacciata, precisiamolo).

Aggiungete a ciò diverse situazioni piuttosto irreali e difficili da credere, ma inserite proprio per superare quei fatidici 11 minuti, ed ecco che il filmetto è servito. Ripeto, nulla che vi farà sobbalzare sul divano, ma una piacevole compagnia se avrete voglia di staccare la spina.

Giudizio complessivo: 6.5
Enjoy,




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