Killer Sofa


Regia: Bernie Rao


RECENSIONE

No, dico davvero, avete pensato (anche per solo pochi secondi) che io potessi perdermi un film dove una poltrona assassina inizia a mietere vittime come se non ci fosse un domani???

E infatti, ovviamente, non me lo sono perso e invito alla visione tutti coloro che si appassionano facilmente a pietre miliari del cinema in puro stile Sharknado o Zombeaver (giusto per citarne un paio), perché non credo che vi capiterà molto presto di ritrovarvi di fronte ad uno spasso tale.

Ma come cazz vi è venuto in mente dico io???

È bastato un dannatissimo divano da 3 dollari, probabilmente appartenuto alla zia del regista (a proposito, grazie Bernie Rao, ti sei guadagnato 100 punti stima), due bottoni (sempre appartenenti alla suddetta zia) e voilà il gioco è fatto. Ed è meraviglioso il modo in cui, cambiando semplicemente la posizione di questi ultimi, la nostra cara poltrona riesce ad assumere espressioni sempre diverse e, tra l’altro, inspiegabilmente realistiche; lo trovi incazzato, gioioso, fintamente innocente, soddisfatto e pure eccitato. 


Viene da se che, il giorno dopo, la voglia di apporre bottoni su tutti i divani che vi capitano davanti sarà irrefrenabile; questo infatti è stato uno degli effetti collaterali che hanno impedito la grande distribuzione del film che, in alcune parti del mondo, è stato addirittura vietato a soggetti con un QI superiore a 35.

Ma per fortuna nella mia TV è riuscito ad arrivare, seppur con sottotitoli in inglese (ma tanto, come potete ben intuire, i dialoghi non sono esattamente un qualcosa da fare invidia al miglior Tarantino), per cui ritengo di dovermi soffermare un po’ sul comparto tecnico della pellicola, dal momento che vi sono svariate finezze che vale la pena di menzionare.

OK, finito.

Lo spirito, se non si fosse capito, è estremamente cazzarone (sia del film che, inevitabilmente, della recensione), perché è questo l’unico modo possibile per approcciarsi a Killer Sofa. Amanti di The VVitch, vi invito pertanto a girare alla larga, perché credo che non siate ancora pronti per queste robe qui.

Non mancano ovviamente errori a dir poco grossolani e ho il dubbio che non vedremo candidature a futuri premi per gli attori protagonisti e non protagonisti (forse giusto la poltrona se lo meriterebbe).

Ma, nonostante questo, si ride di gusto ed è proprio questo l’aspetto fondamentale. Alcune scene le ho trovate eccezionali (tipo quando il divano spunta dalla finestra, o dal terrazzo, o da qualsiasi parte alla fine), altre decisamente grottesche (forse in alcuni casi anche involontariamente) e in rare occasioni spunta anche un poco di sangue, appena in tempo per giustificare in corner la parziale appartenenza del film al genere horror.

Lasciamo perdere il discorso sul demone e su come sia stato trasmesso nel divano ecc ecc, perché la storia non può diventare la colonna portante della faccenda (per quello c’è sempre The VVitch), altrimenti la pesante stroncatura è dietro l’angolo. 

Ma per una serata in compagnia di amici cazzaroni, accompagnata da svariati galloni di birra, ritengo possa essere la compagnia ideale (AH OVVIAMENTE VA VISTO SEDUTI RIGOROSAMENTE SU UN DIVANO).

Giudizio complessivo: AHAHAHAH
Enjoy,




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