Bedevil - Non installarla


Regia: The Vang Brothers

La frase che più mi è sembrato di leggere circa questo film era qualcosa del tipo “BEDEVIL, NON INSTALLARLA…E NON GUARDARLA” e, pur essendo banale come cosa, risulta dannatamente vera e chiaramente riassume perfettamente ciò che ho dire a riguardo.

Ed è un peccato perché, pur non aspettandomi di trovarmi di fronte ad un nuovo Shining, credevo quantomeno di poter gustare un discreto prodotto di intrattenimento, sulla falsa riga dei suoi recenti “colleghi” più o meno riusciti, riguardanti internet, social network, telefoni e tutto ciò che ad essi risulta collegato. Se infatti con i vari The Den, Friend Request, Unfriended, Nerve si erano esplorati i mondi di Skype, Facebook, webcam e smartphone, qui tocca alla terribbile app di Mr. Bedevil farla da padrone, suscitando un discreto interesse data l’originalità della faccenda ed il contesto dei giorni d’oggi che la rende decisamente attuale.


Il plot quindi c’è e la storia è stata apparecchiata bene, anche con un buon inizio, ma le buone notizie finiscono qui.

È chiaro infatti che, con queste premesse, tutto ciò che si sarebbe scatenato dall’installazione dell’app, non dico che avrebbe dovuto portare laggente a strapparsi i capelli per la paura o divorarsi le unghie fino all’osso per la tensione, ma avrebbe dovuto quantomeno inquietare e reggersi su una sceneggiatura solida. E invece il film risulta fatto decisamente male, non sfruttando le diverse potenzialità che racchiudeva al suo interno e finendo col risultare quasi un semplice collage di apparizioni senza senso e che per giunta nella maggior parte dei casi manco spaventano.



Chiariamo però subito una cosa. 

Stiamo parlando di un film horror, basato su un qualche tipo di presenza legata all’applicazione in questione, per cui è inevitabile che la regia spinga sul fattore “spavento” e sulla presenza di jump scares che dovrebbero essere una delle componenti più importanti della pellicola. Spesso infatti mi son trovato a giudicare negativamente lavori in cui non c’erano sufficienti guizzi tali da giustificare la loro appartenenza al genere, ma è ancor più chiaro che questi devono essere dosati in maniera controllata e piazzati strategicamente, cosa che ovviamente qui non succede, finendo col generare una cozzaglia di casino in cui francamente si fatica a mettere ordine.

Ma, fattore ancor più grave a mio avviso, è che le scene in questione siano, come accennato prima, realizzate male; in pratica lo si percepisce mezz’ora prima che sta per succedere qualcosa, c’è il tizio che ti avvisa proprio sussurrandoti nell’orecchio “Ehi stai attento che tra poco ti farò cagare addosso va bene? Hai capito guarda che sto arrivando eh? Capito? BUHHHH”.


E, fattore ancor più grave, spesso finisce con l’annoiare aumentando l’insoddisfazione di uno spettatore già innervosito da quanto detto appena poco fa.

La recitazione non sarebbe neppure così malvagia, alcune espressioni dei protagonisti sono discrete, tanto che in alcuni punti sembra proprio che ci credano davvero e si spaventino sul serio, ma dialoghi non esattamente tarantiniani finiscono col compromettere tutto.


La figura del villain è poi discutibile, ma un finale accettabile riesce a non affossare del tutto questo film, lasciando però aperta la possibilità di vedere prossimamente un secondo capitolo. Consiglio vivamente ai produttori di affidare l’eventuale progetto a qualcuno della cricca di Wan, se non a lui direttamente (anche se credo non sia interessato), in modo da poter risollevare una vicenda che probabilmente ha del potenziale nascosto.

Giudizio complessivo: 4.5
Enjoy,






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