The Last Duel: La Recensione del Film



Regia: Ridley Scott


The Last Duel è la storia vera di una nobildonna in epoca medievale stuprata da un rivale del marito e del conseguente duello tra lo stupratore e il marito della vittima. Il film è diretto Ridley Scott e presenta un cast di altissimo livello tra cui Matt Damon, Adam Driver, Jodie Comer e Ben Affleck.

La particolarità della storia è che viene raccontata tre volte, una per ciascun protagonista (il marito, il rivale e la moglie), e ogni volta, cambiando il punto di vista, cambiano alcune sfumature, alcuni dettagli, spesso in maniera sostanziale ed evidente. Ciò non significa che viene negato lo stupro: non a caso nel capitolo contrassegnato come "La verità secondo Marguerite" alla fine rimane la scritta "La verità", quindi il film, giustamente, non dà adito a fraintendimenti. Rende però l'idea di quanto una stessa storia possa variare a seconda del punto di vista di chi la racconta e quanto ciascun personaggio tenda a descriversi migliore di quanto non sia.


Uno dei maggiori punti di forza del film sono proprio i personaggi che sono ricchi di contraddizioni, sfumature, zone d'ombra e gli attori sono strepitosi nel rendere queste ambiguità.


Inoltre, questa modalità di racconto, per quanto a un primo sguardo possa sembrare che appesantisca la narrazione, in realtà, la alleggerisce e non fa percepire allo spettatore la durata del film: due ore e mezza che volano e tengono alta la curiosità e la tensione fino alla fine, fino al duello finale che lascia col fiato sospeso e che è reso egregiamente. I combattimenti (sono ripresi altri scontri oltre al duello tra i due) sono peraltro veramente violenti, tendenti quasi al pulp.


Ma il film è strepitoso anche per la ricostruzione storica e l'ambientazione: i costumi sono perfetti, le luci tendono verso colori freddi e cupi, in linea con la storia che ci viene raccontata, poi le strade, i cavalli, i personaggi, tutto trasmette l'idea di sudicio, sporco, fangoso, terroso, puzzolente. Tutto contribuisce a darti l'illusione che quello che vedi è reale, non semplici attori su uno schermo, ma scudieri, cavalieri, nobildonne, signori e re medievali.

Infine il tema dello stupro e soprattutto l'accanimento che si ha più con la vittima che con l'aggressore fa rabbrividire perché alcune parole e frasi sembrano prese pari pari dal mondo contemporaneo. Lo screditare la vittima, il dubitare perennemente la veridicità di quanto sostiene è drammaticamente attuale. Per citare Willie Peyote "Lo chiami futuro ma è solo progresso, sembra il medioevo più smart e più fashion".

"Stai rischiando la mia vita per salvare il tuo orgoglio"

Giudizio complessivo: 8.5

Buona visione,



Trailer



Lasciate un commento, oh voi che leggete...
Per non perdervi neanche una recensione, seguiteci qui 😉:

     

Nessun commento:

Posta un commento