Regia: Adam McKay
Trama
ll docente universitario Dr. Mindy e la dottoranda Kate Dibiasky scoprono che una cometa colpirà la Terra generando l'estinzione del genere umano. Preoccupati e terrorizzati avvertono la Presidente degli Stati Uniti, nella speranza che il governo affronti l'emergenza. Ma, ignorati e snobbati dall'amministrazione, si rivolgono alla stampa e alla televisione.
Sarà l'inizio di un circo mediatico a colpi di dirette tv, post, meme, reazioni social, in cui la stupidità collettiva prenderà il sopravvento sulla reale emergenza.
“Vorrei morire serenamente nel sonno come mio nonno, non gridando di terrore come i suoi passeggeri” (Jack Handey).
La trama potrebbe essere quella di un qualunque film catastrofico/apocalittico, ma la firma di Adam McKay ci regala una feroce satira del nostro tempo e la sua ironia acida e dissacrante colpisce un po’ tutti. In primis il mondo politico americano fatto di decisioni prese sulla base di consensi, proiezioni, valutazioni di mercato e ragioni spesso inesistenti; i riferimenti alla presidenza Trump sono fin troppo evidenti nella caricatura che Maryl Streep fa del suo personaggio, la presidente degli Stati Uniti Janie Orlean.
E poi la critica al mondo dei media, senza scrupoli, asservito agli ascolti e all’apparenza più che alla verità. La realtà è filtrata dai mezzi di comunicazione, tv e social media: una notizia senza reazioni social non esiste; la popolarità e credibilità di uno scienziato è data dal suo sex appeal, mentre può essere messo alla gogna mediatica dei meme e delle offese gratuite solo per non essere un “personaggio” televisivo positivo e rassicurante.
Le stoccate arrivano anche per il mondo informatico, che utilizza milioni di dati per indirizzare la vita, la morte, il presente e il futuro con gli algoritmi. Il capo della Bash, l’azienda tecnologica che gestisce il mondo informatico nel film, è un po’ Zuckerberg un po’ Jobs, le sue imprese spaziali ricordano un po’ Jeff Bezos, un po’ Elon Musk. Lo slogan dell’azienda è “la vita senza lo stress di vivere”, che è sintomatico di come le grosse aziende informatiche siano passate da strumenti di aiuto nelle scelte, a elementi che determinano le scelte, sia nel mondo economico che politico.
Ma la critica più feroce, a mio parere, è quella verso il genere umano, così assorbito nelle dinamiche del tessuto sociale da aver perso l’istinto primordiale, quello di sopravvivenza. E pur di non vedere quello che non fa piacere, si nasconde dietro al delirio ideologico tra allarmisti e negazionisti, ribelli e filo-governativi, opinioni a casaccio e adesione a movimenti pro e contro qualsiasi cosa.
McKay racconta la strumentalizzazione di un’emergenza e la stupidità umana col suo personale stile: un montaggio dinamico e ironico, fatto con commenti e didascalie a lato, e l’inserimento di momenti di vita del mondo animale, in contrapposizione al frenetico affaccendarsi dell’uomo. Una commedia sì, ma degli “orrori”, sottolineata anche dal tema musicale che riporta in qualche strano modo una nota drammatica, in quello che è a tutti gli effetti una commedia satirica.
Anche il finale, che ho trovato bellissimo, è caratterizzato da questo doppio registro: McKay ci regala una sorta di morale nella conclusione “ufficiale” del film: poetica, drammatica, visivamente spettacolare e angosciante. Poi, dopo i titoli di coda, la stoccata finale, quel suo sarcasmo spietato e comico, che poi tanto comico non è.
Gli attori strepitosi, ma c’era da immaginarselo, data la levatura del cast: la coppia Lawrence-Di Caprio perfetta nel regalarci la frustrazione di chi non riesce, suo malgrado, a veicolare una notizia così incredibilmente disastrosa, e la Streep e Jonah Hill così drammaticamente comici.
Se devo trovare un difetto direi l’eccessiva durata per un film del genere e alcuni personaggi assolutamente irrilevanti per la storia, uno fra tutto quello di Timothèe Chalamet.
Un film che è lo specchio dei nostri tempi, assolutamente da vedere perché come recita il sottotitolo è “basato su eventi realmente possibili”.
Giudizio complessivo: 8.5
Buona visione,
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