The Convent (2000): La Recensione del Film



Regia: Mike Mendez


Che cosa vuoi dire di The Convent?

Niente, solo che quando pensi di averle viste tutte, alla fine ho imparato che spunterà fuori sempre qualcosa che ti farà pensare “Ma perché lo sto facendo davvero?”…e cosa ancor più grave (o forse no), tu (inteso come me medesimo) non starai ad ascoltare il tuo buonsenso e procederai fiero nella visione.

The Convent (anno 2000, occhio a non sbagliare film che poi è un casino se no) è trash allo stato puro, come già è facilmente intuibile dalle immagini e dal trailer, e nasce dalla mente non totalmente irreprensibile dell’irreprensibile Mike Mendez. Lo so, a molti sto nome non dice niente ma, per farvi capire di cosa stiamo parlando, vi spoilero che nel 2015 l’irreprensibile ha sfornato il primo Lavalantula, di cui vi ho risparmiato la recensione, saltando direttamente al seguito 2 Lava 2 Lantula! (no, non c’è errore, il titolo è proprio questo).

Brevemente la trama. L’immancabile gruppo di ragazzi diversamente intelligenti (e questi lo sono veramente tanto eh) se ne vanno a zonzo in un ex convento chiuso dopo che svariati anni prima era successo un macello e le suore ci avevano rimesso la pellaccia. Grazie all’intervento non richiesto di un gruppo di improvvisati satanisti, le suore morte ed incazzate saranno in qualche modo risvegliate e tenderanno ad impossessarsi di chiunque transiti da quelle parti.


Sentendo parlare di suore e trash, subito mi sono immaginato qualcosa alla Nude Nuns With Big Guns, ma purtroppo le buone sensazioni ci hanno messo poco a svanire in una nuvola di fumo. Diciamo che è bastato vedere il gruppo di coglioni “recitare” battute talmente idiote che quasi rischiavo di trovarle divertenti, per capire che non c’era speranza di salvare qualcosa. Al "Ho visto una suora e mi guardava come se volesse rimproverarmi" poi ho pure pensato di lasciar perdere, ma un vero uomo non si sottrae mai alle sue responsabilità, per cui niente, ho continuato.


E alla fine qualcosa di buono la si trova pure, a partire da Adrienne Barbeau che ho trovato apprezzabile, per arrivare poi al poliziotto nero del campus, grande idolo e perfetto stereotipo di quello che ne sbatte di tutto quello che gli gira intorno.

Tutto il resto è un continuo citare opere decisamente più riuscite, con un’alternanza di scene da arresto e di altre che non possono non far sogghignare (ah, quella in cui il satanista entra affermando “Eccomi sono arrivato", è da arresto, giusto per chiarire).


Le trasformazioni in mezzi zombie invece non sono da arresto, sarebbero proprio da espulsione dalla galassia, con quelle scariche elettriche che non c’entrano un cazz e gli occhi verdi brillante che boh mi hanno levato le parole di bocca. Le sequenze in stop motion con sottofondo di musica tecno invece sono meravigliose, il vero tocco di classe della pellicola, che per il resto vanta effetti a dir poco ridicoli e figli di un budget inesistente, ma che sa anche regalare qualche testa mozzata e un po’ di sangue che spruzza (che non fa mai male).

Il finale top, con Boozer che attacca, merita di essere ricordato, il film un po’ meno ma, dato che dura poco, gli inguaribili appassionati della cacca portata su pellicola potrebbero dargli una possibilità, possibilmente in compagnia e con galloni di birra al seguito.

Giudizio complessivo: AHAHAH

Enjoy,



Trailer



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