Lamb: La Recensione del Film



Regia: Valdimar Jóhannsson


Direttamente dall’Islanda (e credo per me che sia una prima volta assoluta), ecco qui uno di quei film che non ti scordi facilmente, a prescindere dal fatto che possa piacere oppure no. E comunque a me è piaciuto molto per la cronaca.

Lamb (Dýrið nella lingua originale che, visto come cazz hanno scritto questa parola, non credo cercherò mai di imparare), segna l’esordio in regia di Valdimar Jóhannsson e viene distribuito nientepopodimeno che da quella A24 che negli ultimi anni ha saputo fregiarsi di lavori decisamente interessanti.

Brevemente la trama. Maria e Ingvar sono due agricoltori-allevatori che un giorno, mentre stanno facendo nascere uno dei tanti agnelli, si ritrovano tra le mani una specie di individuo ibrido con il corpo umano e la testa ovina. Anziché restare scioccati dalla faccenda (d’altronde a chi non capita almeno due volte a settimana di incontrare simili creature), i due si prendono cura del nuovo arrivato come se fosse il figlio che non hanno ancora avuto, ma le complicazioni stanno dietro l’angolo.


Se qualcuno di voi crede di aver letto male, sappiate che non ci sono errori e che non ho fumato nulla di diverso dal solito. La trama è proprio questa e segna il primo punto a favore della pellicola che, in quanto ad originalità, non credo possa avere molti concorrenti. Ora probabilmente ignorerò mille altri film con protagonisti bambini-pecore, ma non importa, durante la visione mi stavo continuamente ripetendo “ma che cazz sto guardando?” (in senso positivo ovviamente) e lo stupore iniziale è stato poi affiancato dalla soddisfazione per come la faccenda è stata sviluppata.

I paesaggi che sin dalle prime battute ci vengono passati in rassegna, sono come di consueto molto suggestivi, tratto decisamente caratteristico dei lavori nordici. D’altronde bravi loro, hanno degli scenari meravigliosi e giustamente li mettono in risalto al meglio delle loro possibilità.


Ad inserirsi all’interno di questi scorci, ecco nuovamente Noomi Rapace che, dopo The Trip, si regala nel 2021 un altro filmone di livello top. Bello vedere come riesca con disinvoltura a passare dalla donna viziata del film di Wirkola all’allevatrice islandese di Lamb, dove mostra per altro grande padronanza nel far nascere agnelli presumibilmente veri. Accanto a lei si trova a suo agio lo sconosciuto (per me) Hilmir Snær Guðnason e soprattutto Björn Hlynur Haraldsson, nei panni del fratello di Ingvar. Memorabili le sue espressioni sconvolte quando assiste allibito alla tranquilla vita quotidiana della famiglia felice, facendo finta di nulla fino a quando riesce a resistere.

"Che cazzo è questo?" "Felicità".

I dialoghi sono limitati al minimo indispensabile e lasciano spazio a lunghi silenzi e ad espressioni in bilico tra il dramma e l’amore che i due coniugi riversano nei confronti della creatura. Un amore contagioso, che ben presto pervade anche il burbero Pétur (splendida l’immagine di quando finiscono addormentati sulla poltrona dopo che lui aveva pensato al gesto estremo), ma non solo. Anche lo spettatore infatti finisce con l’affezionarsi a lei, tanto che il timore di perderla nel corso della pellicola comincia a farsi via via sempre più ingombrante.


Ma ciò che più colpisce è il modo con cui i “genitori” si prendono cura della “figlia”, proprio come se fosse una situazione assolutamente normale. E mentre guardi continui a pensare a che cazz stai vedendo, soprattutto in quelle sequenze simil grottesche tipo quella della vasca da bagno. Perché poi diciamocelo chiaro, lo sviluppo della pellicola è assolutamente lento e non succede quasi nulla, ma la visione non risulta assolutamente pesante, e se lo dico io che di solito accuso molto queste realtà, vuol dire che potete approcciarvi senza troppi problemi.

Il finale arriva inaspettato e non so se mi ha convinto del tutto, ci devo ancora pensare, ma nel complesso giudico Lamb un film coraggioso, in puro stile A24 e che per certi versi mi ha rimandato all’eccezionale Anonymous Animals visto qualche tempo fa.

Preparatevi i fazzolettini e non perdetevelo.

Giudizio complessivo: 8

Enjoy,



Trailer



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