Old: La Recensione del Film



Regia: M. Night Shyamalan

Premetto che il mio rapporto con M. Night Shyamalan non è mai stato dei più semplici (per usare un eufemismo), per cui non sapevo bene cosa aspettarmi da questo discusso Old (anzi, in realtà credevo di saperlo benissimo).

In realtà però a fine visione ho dovuto ricredermi, in quando l’ho trovato un film più che dignitoso che, pur non raggiungendo le vette de Il Sesto Senso, si eleva rispetto agli incompiuti recenti e ad alcune nefandezze precedenti (qualcuno ha detto per caso The Visit?).

Brevemente la trama. Una famiglia in crisi e prossima alla separazione decide di concedersi un’ultima vacanza insieme ai due figli. Finiranno in un resort dove ad attenderli c’è una spiaggia speciale, nella quale il tempo sembra scorrere un po’ per i cazzi suoi e da cui non sembra così semplice potersene andare.


Se stavolta però non c’è nessun McAvoy a salvare la baracca, ci pensano Pierre-Oscar Levy e Frederik Peeters, autori della graphic novel Castello di Sabbia, di cui Old è l’adattamento cinematografico. Non avendone mai sentito parlare, non posso però sapere quanto sia stato preso come spunto e quanto sia farina del sacco di M. Night ma, come si suol dire in questi casi, prendi e porta a casa.

I paesaggi che fanno da contorno alla vicenda (ripresi in qualche territorio non ben identificato della Repubblica Domenicana) sono decisamente suggestivi, quasi che un giretto per un paio di minuti al massimo sarebbe consigliato, e introducono molto bene il luogo misterioso teatro dell’invecchiamento precoce.


La curiosità per capire cosa stia realmente succedendo su quella dannata spiaggia è senza dubbio il punto forte della pellicola, e ti obbliga a star lì attaccato allo schermo fino alla conclusione, nonostante le quotazioni per il rischio stronzata salgano vertiginosamente col passare del tempo. Ma ciò non risulta affatto faticoso o forzato, perché il film scorre bene senza troppe pause e non fatica ad essere seguito.

Shyamalan riesce poi a coniugare in maniera piuttosto interessante l’elemento tragico (molto predominante visto che molti spettatori tenderanno ad entrare in simpatia con i protagonisti), con quello quasi grottesco (vedasi, su tutte, la scena di quando i due giovani sbucano da sotto la tende con lei incinta), inserendo anche alcune sequenze davvero apprezzabili, come per esempio quella dell’attacco epilettico alla povera Patricia (che fai M. Night, ti autociti adesso?), piuttosto impressionante anche se breve.

L’invecchiamento delle persone viene reso in maniera convincente, grazie ad un buon uso del trucco, al tempismo con cui si stacca da una scena all’altra (consentendo così di nascondere gli attori per i minuti necessari alla crescita) e alla buona prestazione collettiva del cast, su cui spicca tra tutti l’ottima Vicky Krieps.


Ma non giriamoci troppo attorno perché, nonostante tutte le buone cose sottolineate, più passano i minuti più diventa chiaro che il giudizio complessivo sul film sarà fortemente influenzato dalla spiegazione finale (in caso ci sia ovviamente) o quanto meno dall’epilogo stesso, perché qui passare dal capolavoro alla nefandezza è un attimo, viste le premesse.

E nel complesso non mi è dispiaciuto lo schema architettato dal regista per l’occasione, anche se ho trovato tutta la faccenda lievemente tirata per i capelli, pur non riscontrando però buchi clamorosi di sceneggiatura o situazioni poco chiare.

Ecco l’unica cosa che forse mi ha fatto storcere il naso più del dovuto è stato il finale.

SPOILER

Personalmente ritengo che sarebbe stato preferibile il finale “cattivo”, con nessun superstite e il benvenuto ai nuovi ospiti del resort, ma d’altronde io sono seduto qui sul divano e non dietro la macchina da presa, per cui dei miei finali alternativi non credo freghi qualcosa a qualcuno.

FINE SPOILER

Giudizio complessivo: 7.5

Enjoy,


Trailer



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