Il Pianeta delle Scimmie (1968): La Recensione del Film



Regia: Franklin J. Schaffner


SOVVERTIAMO LE REGOLE

Un cult fantascientifico che cambia le regole del genere cinematografico, un nuovo modo di fare cinema che porta lo spettatore a farsi domande più introspettive, più profonde su se stesso e sugli esseri umani in generale.

L’equipaggio di un’astronave capitanata da George (Charlton Heston) precipita in un pianeta dominato dalle scimmie, più evolute rispetto alla razza umana presente sul luogo. Alcuni dell’equipaggio verranno catturati come semplice razza umana (animali), e da quel punto George troverà complicità con Zira e il suo compagno che sono rispettivamente la veterinaria e l’archeologo di questa società scimmiesca.

Molti i temi trattati, in un capovolgimento del paradigma vediamo gli umani che fanno parte della tribù animale, non parlano e vivono in capanne in uno stato rudimentale, mentre le scimmie oramai controllano la società a livello religioso, militare e legislativo, come una sorta di impero romano con tutti i dogmi e le violenze del caso.


Sul pianeta si sta riproponendo quello che sulla terra già c’era, una forma di governo che porta in questo caso le scimmie a divenire “umane” con i pro e i contro di una società gestita con regole da far rispettare a tutti i costi. Un dibattito aperto tra scienza e fede, razzismo, armi. In un ambiente che ci fa chiedere spesso chi è l’uomo e chi è l’animale.

Primo della saga anni ’60 e ‘70 di cinque film (+ 2 serie tv), un remake di Tim Burton del 2001, e la trilogia moderna (Reboot) composta da L’Alba del Pianeta delle Scimmie, Apes Revolution e The War.

Film invecchiato benissimo tranne solo per gli effetti speciali e le scene di azione che arrivano a volte al grottesco. Vincitore anche di un premio oscar per il trucco.

Film dal colpo di scena finale, da rivedere assolutamente.

Giudizio complessivo: 7.5

Buona visione,



Trailer



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