Fairy Tale: La Recensione del Libro



Autore: Stephen King


Torna l’autunno, e con lui il nuovo tomo dello Zio Steve, prontamente acquistato.

Già il titolo è dichiarazione d’intenti: racconto fiabesco, o favola, certo, ma declinato alla sua maniera. Lo Zio è ormai un distinto scrittore con nipotini al seguito; quindi, idealmente lo immagino a scrivere/narrare questa storia per i nipoti. Cioè, ma che figata è avere un nonno King tutto per sé?

Charlie Reade è un ragazzo che ha dovuto affrontare la morte della madre e il conseguente alcolismo del padre con perdita del lavoro, dovendo maturare in fretta per sopravvivere e pagare le bollette. Quando la situazione si raddrizza, Charlie si trova a soccorrere l’anziano scorbutico Adrian, caduto dalla scala dove stava riparando il tetto di casa sua, e a prendersi cura dell’altrettanto vecchio cane Radar. Pian piano nasce un rapporto di fiducia e quasi amicizia con il vegliardo, ma soprattutto sboccia una passione per Radar.


L’uomo però ha un segreto: oltre ad avere secchielli d’oro custoditi in casa di cui non si sa la provenienza, dentro il capanno degli attrezzi c’è una scala a chiocciola che conduce nel mondo di Empis, un universo -fiabesco- diverso dal nostro. Quando Adrian si trova nella morsa di un infarto fulminante, lascia tutte le istruzioni al ragazzo affinché possa andare ad Empis, a far ringiovanire il cane sopra una meridiana – Il Popolo dell’Autunno vi dice niente? - e regalarle una seconda giovinezza. Ma Charlie dovrà stare attento, perché Empis è maledetta da una forza oscura che ne sta pietrificando gli abitanti e corrodendo tutto ciò che di bello è rimasto, grazie al Predatore…

Dopo il riuscito a metà Billy Summers, questa volta lo Zio riesce a farci sentire di nuovo la sua Voce Narrante, quella dei suoi libri migliori degli ultimi vent’anni: il King di 22/11/63, o di Notte Buia Niente Stelle. Idealmente è una favola nera - è lo Zio, dopotutto – che riesce ad essere avvincente e curata nei particolari come solo lui sa fare, che parte ab ovo, ma per costruire la sua tela e farla spiegare al vento molto scorrevole nel ritmo, che procede serrato nella parte fantasy della storia. Ho ritrovato lo Zio nei dettagli macabri, poetici e vividi – la sequenza nel cimitero, dove i morti risorgono e il nostro Charlie si trova a dover fuggire ancora più svelto – e nella trama tritatutto (paraculata dalle stelle e l’imbuto delle idee, segno della visita ideale di scrittori già visitatori di Empis) che passa dalle favole canoniche al Mago di Oz, condita con un pizzico di Bradbury e una glassa da Trono di Spade, che il nostro King rimpasta con la sua penna nera. Ovviamente, tutto pronto per essere infornato nel prossimo adattamento in serie Tv.

Master King, c’è poco da fare. Il dolcetto dark del nonno è in tavola.

Qui il libro

Buona Lettura.



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