L'Appello: La Recensione del Libro



Autore: Alessandro D'Avenia


Adolescente. Dal paradigma latino “adolesco”, con il supino “adultum”. L’adolescente e l’adulto coesistono in un corpo solo. Un mondo interiore ancora acerbo si scontra con uno già vissuto.

Omero Romeo ha 45 anni quando il buio lo avvolge privandolo della vista. E in una società in cui vige la superficialità, l’osservazione è imprescindibile. Ma non per lui. Quando si ritroverà ad insegnare in una classe di liceali sbandati, persi e senza speranza, le mani sostituiranno gli sguardi e tutti gli altri sensi. E nascerà la rivoluzione: l’appello. La protesta degli studenti al fine di cambiare il sistema scolastico. L’ago invisibile che tesse le loro storie, il pretesto per ritrovare se stessi. Insieme. Ognuno con il proprio orizzonte degli eventi. Ognuno con la sua rabbia e i suoi perché.

Il protagonista, nonché l’autore stesso, vuole sottolineare che gli adolescenti non sono secchi da riempire, ma fuochi da accendere. Devono avere il mondo in mano e non sulle spalle. E con quelle stesse mani devono costruire il proprio futuro.


L'appello è la rivendicazione del ruolo dell’insegnante, il quale deve guidare gli studenti ad addentrarsi nel labirinto lastricato del mondo adulto. E invece brucia i loro sogni e poi li chiama gioventù bruciata. Ma l’appello è soprattutto una chiamata alle armi. Non a caso, la classe originariamente era la flotta militare che andava in battaglia. E il classicum, in latino, era la tromba dell’appello. Ma quand’è che la vita ci chiama e ci costringe a dire “presente”? E come rispondiamo noi all’appello?

L’ultimo meraviglioso romanzo di Alessandro D’Avenia è un viaggio alla (ri)scoperta della bellezza, al cui appello non dobbiamo mai farci trovare assenti. E cercarla. Ovunque. Trovarla. Respirarla. Toccarla.

È per questo che ci invita a parlare non di ribellione (dal lat. “bellum”), ma di ribellezza. D’Avenia ha un potere: quello di scuoterci.

Sono i suoi romanzi il vero appello, la vera chiamata alle armi. E noi non possiamo che (dis)armarci e dire…Presente, prof!

Qui il libro

Buona lettura,

 

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