Better Call Saul (Stagioni 1-6): La recensione della Serie TV



Ideatore: Vince Gilligan, Peter Gould


Ci siamo, è veramente finita una delle migliori serie tv che abbia mai visto e, senza esagerare, anche una delle più belle mai create.

Nata come spin-off prequel di Breaking Bad, Better Call Saul ha saputo, nel corso delle sue sei stagioni, camminare con le proprie gambe lungo un percorso tracciato dalla serie madre, approfondendo e scoprendo personaggi complessi, dalla natura pirallendiana alcuni e shakespeariana altri.

Non solo, durante gli anni la serie ha presentato una qualità tecnica invidiabile dalle migliori produzioni cinematografiche, grazie ad una regia e una fotografia da manuale, che hanno confezionato inquadrature curate al millimetro, con un’attenzione ai dettagli e ai riferimenti maniacale.

Partita con l’essere quasi una commedia nera, la serie ha avuto il pregio di mutare nel tempo, degenerando proprio come successo al suo effettivo sequel, incorporandone la natura, qualche personaggio e spiegando a fondo la genesi di determinati avvenimenti che hanno caratterizzato prima il protagonista e poi tutti gli altri.


Un ritmo elegantemente lento e introspettivo che si alterna ad un altro frenetico, crudo ed elettrizzante.

Insomma, questa serie tv mi ha fatto veramente impazzire, accompagnandomi negli anni e insegnandomi tante cose di natura prettamente tecnica, perché si sa come funziona, si impara sempre dai migliori.

E ora, giunti alla fine dopo ben 14 anni, non ci resta altro da fare che dire grazie. Grazie a Vince Gilligan e Peter Gould per aver amato queste storie e questi personaggi e aver trasmesso tale passione a tutti noi, ci avete proprio fatto divertire.

Il titolo dell’ultimo episodio, un’altra genialata, ha parlato chiaro: “Saul Gone”.

Ma cosa vogliono dire? “Saul se n’è andato”?

No, pensateci bene…

It’s All Gone”. È tutto finito.

Buona visione,



Trailer (Stagione 6)



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