Le Notti Di Satana (1968): La Recensione del Film



Regia: Enrique L. Equiluz


Per l’Italia che abdica dal trono del Gotico, ecco che i cugini spagnoli raccolgono lo scettro dell’horror europeo, inzuppandolo in una personale ricetta di sangue, Madera e desiderio.

Signore e Signori, Damas y Caballeros: Le Notti di Satana, il capostipite di una delle più popolari saghe horror al Patanegra, quella di Waldemar Daninsky, l’hombre lobo creato e interpretato da Paul Naschy, al secolo Jacinto Molina.

Waldemar Daninsky è un playboy con spiderino d’ordinanza nell’amena cittadina di Wolfstein, che riesce a conquistare la bella Janice. Purtroppo, due zingari di passaggio gozzovigliando nella cripta dei Wolfstein, rubano il tesoro, tra cui una croce d’argento che stava nel petto del cadavere di Imre Wolfstein, un lupo mannaro che inizia a far danni. Waldermar e i paesani gli daranno la caccia, ma il lupetto prima di morire passa la maledizione a Daninsky. L’uomo chiede aiuto al dottor Janov e consorte, ma i due sono vampiri che non aspettano altro per complicare la matassa…Più che sotto una cattiva stella, il nostro Waldermar ha una luna nera degna della Cloris Broschi.


Paul Naschy lancia la sua carriera e il personaggio del licantropo andando contro tutti quelli che non credevano nel suo progetto. Inizialmente scrive il soggetto su un lupo mannaro asturiano, ma incontra solo rifiuti, perché è roba solo per americani, in Spagna non è cosa che attiri, col regime e la censura di Franco, poi…


Dei produttori tedeschi però sono interessati, e dopo un cambio di ambientazione si offre il film all’uomo lupo per eccellenza: Lon Chaney Jr, che però è stanco, vecchio e malato, quindi declina. La pelliccia passa così a Jacinto Molina, che oltre il pelo deve cambiare anche nome per avere più appeal anglofono e vendere il film all’estero. I produttori gli danno mezz’ora di tempo per scegliersene uno: così Molina fruga nei giornali sparsi sul tavolo, vede un articolo su papa Paolo VI e un altro su un atleta ungherese Imre Nagy; nasce Paul Naschy, e il suo doppio cinematografico, Waldemar Daninsky, che diventa subito la proiezione ideale di Molina: il bello (si fa per dire) e dannato della situazione. Amerà, morirà e soprattutto si trasformerà in lupo per un po’ di pellicole, visto il successo.

Le Notti di Satana è un film colorato e fumettoso, che guarda ai modelli della Universal degli anni Quaranta, ma li puccia nel sentimiento spagnolo dei Sessanta: più cattolicesimo, più erotismo, più sangue, almeno secondo gli standard dell’epoca. Viva Sangria!


Daninsky, infatti, è un povero infelice, che vorrebbe la pace o l’amore, ma finisce per fare stragi da licantropo e scontrarsi contro vari mostri nel corso dei sequel. La trasformazione è ancora in dissolvenza, dato che siamo ancora lontani dai primi anni Ottanta, ma il trucco del lupo è meno da peluche di Lon Chaney Jr. Il film però rimane tuttora godibile, e si prende il suo tempo per descrivere e presentare i personaggi mentre la seconda parte è più scatenata. Degna di nota, la sequenza dell’arrivo alla stazione del dottor Janov che cita – volutamente – quella di Il Figlio di Dracula, della Universal, guarda caso proprio col Chaney Jr.

La saga di Waldemar è di undici episodi, ma da noi ne sono usciti solo quattro tra cui: Operazione Terrore (1970), Le Messe Nere della Contessa Dracula (1971), Il Licantropo e lo Yeti (1975). Con questi titoli così imprescindibili, lancio una sfida: se il post su instagram raggiunge trenta (30) cuoricini ve ne racconterò uno. Vamos a votar!

Curiosità; C’è un altro Le Notti di Satana del 1975, sempre col Naschy, ma che non c’entra una cippa con questo, visto che parla di esorcismi. Miracoli e idiozie dei titolisti italiani.

Buona visione,



Trailer



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