La Romana: La Recensione del Libro



Autore: Alberto Moravia


La Romana è un romanzo pubblicato nel 1947 da Moravia, esattamente 20 anni dopo il suo romanzo d'esordio: Gli indifferenti.

Qui si ritrovano i temi fondanti della narrativa esistenzialistica Moraviana, come quelli dell'alienazione vitale, dell'incapacità di costruire relazioni autentiche con gli altri, dell'accettazione di sé, del rapporto con il proprio corpo e con la propria coscienza, della scelta.

Il romanzo è ambientato a Roma durante la guerra in Etiopia, la protagonista è Adriana una giovane e bella popolana di modeste condizioni che vive con la madre.

In contrasto con la figura disincantata e abbrutita della madre, che vorrebbe sfruttare la bellezza della figlia per fare fortuna e smettere così di lavorare, Adriana è un personaggio positivo che sogna una vita tranquilla, il tepore di una casa dignitosa e magari una famiglia.

Adriana, spinta dalla madre, comincia a posare nuda come modella e la sera aiuta quest'ultima che fa la camiciaia; la sua vita è molto faticosa ma lei la vive con gioia ed entusiasmo, giungendo all'apice della felicità quando si fidanza con Gino, un giovane autista che le promette di sposarla.

Ma un facoltoso poliziotto di nome Astarita, innamoratosi perdutamente della ragazza, le svela, dopo averla ricattata e molestata, particolari nascosti della doppia vita di Gino che pongono fine a questo periodo di illusioni e speranza.


Adriana, delusa e ferita nell'orgoglio, ma incapace di provare odio e rancore per i due, reagisce autopunendosi; sceglie di non posare più come modella e di seguire i consigli della madre utilizzando il suo corpo come un mezzo per raggiungere l'agiatezza che la vita virtuosa ed onesta non le ha mai dato.

Adriana, nonostante scopra dentro di sé un'inclinazione a concedersi per denaro ed una vicinanza quasi empatica agli uomini con i quali va, comincia via via, a provare un profondo senso di smarrimento nel vedere la sua vita ridotta ad un punto di angoscia e di ineffabilità' dal quale però non riesce a staccarsi.

L'incontro con Giacomo, un giovane studente di cui si innamora, segna un punto di rottura nella sua vita e la costringe a vedersi per quello che realmente è:" una puttana da marciapiede".

Ma mentre Giacomo, così insensibile, quasi anestetizzato dalla vita, è incapace di accettare la sua natura e la sua debolezza, Adriana alla fine capisce che la sua forza deriva proprio dall'accettare quello che si è, piuttosto che desiderare di essere ciò che non si è.

La differenza centrale tra i due riguarda il tema della scelta: Giacomo non trova un punto d'incontro tra le sue aspirazioni ad avere un'identità autentica e le condizioni reali della sua vita, Adriana accoglie quello che la vita le offre e riformula i progetti che ha per sé.

A conclusione del romanzo, Adriana accetta un ulteriore cambiamento e lo fa con predisposizione d'animo e slancio di ottimismo, lasciandoci immaginare che forse per lei ci sarà un futuro migliore.

La mia opinione personale su questo romanzo è senza dubbio positiva, amo la scrittura di Moravia e il fatto che la storia sia narrata in prima persona da Adriana le conferisce maggiore autenticità.

Moravia con La Romana è riuscito a delineare una figura femminile forte nella sua fragilità, piena di contraddizioni e animata da slanci opposti, ma profondamente umana.

Buona lettura,


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