No Time To Die: La Recensione del Film



Regia: Cary Fukunaga


No Time To Die è l'ultimo film di Daniel Craig nei panni di James Bond, l'ultimo di una saga di cinque pellicole iniziata nel 2006 con Casinò Royale.

La storia è la classica di uno 007: un cattivone vuole distruggere il mondo e James deve fermarlo. Le novità sono legate a una figura femminile che si lega particolarmente all'agente segreto, rendendolo un po' più umano e meno super uomo del solito.

Parto con una premessa doverosa: Daniel Craig nei panni di James Bond non mi è mai piaciuto. È credibile come picchiatore, come uomo d'azione e anche come agente segreto volendo, ma non ha neanche un briciolo del fascino che dovrebbe avere Bond. Per me l'unico e inimitabile 007 resta Sean Connery.

Detto ciò la saga di questo nuovo James Bond non mi è affatto dispiaciuta nel complesso: ha vissuto di alti e bassi e Casinò Royale e Skyfall sono due alti davvero niente male. Quantum of Solace per me rimane decisamente il peggiore e Spectre risulta un basso mica da ridere seppur non così inguardabile. No Time To Die invece? " Si colloca esattamente a metà tra i due blocchi. È guardabile ma con tanti difettucci verso il finale che non lo fanno brillare.

Partiamo dai lati positivi: l'inizio con la sequenza sulla neve è davvero scoppiettante e ansiogeno; a ruota seguono delle scene d'azione davvero mozzafiato a Matera e a Cuba e soprattutto le prime sono a dir poco spettacolari; arriviamo così a metà film in scioltezza con una storia che intriga e intrattiene ed è qui che cominciano i problemi, in parte mascherati da un buon finale, emozionante e poetico.


Passiamo ai difetti: il principale è un cattivo piatto e banale. Rami Malek è un attore che adoro e non stona affatto come villain inquietante e crudele, il problema è la scrittura del personaggio che risulta pigra e stereotipata. Per carità da un film di 007 nessuno si aspetta un villain iper approfondito psicologicamente, ma almeno che abbia le idee chiare. Qui invece sembra cambiare piano a ogni battuta e le sue intenzioni risultano confuse, oltre che scontate. Per non parlare di una scena nello specifico che è un lampante esempio di sceneggiatura pigra e per trarre d'impaccio un personaggio si sono inventati una scusa a dir poco ridicola. Non ho apprezzato neanche la sua uscita di scena con zero pathos e con zero soddisfazione da parte mia che mi aspettavo qualcosa di più sentito e spettacolare.

A ciò aggiungete tanti piccoli dettagli che rimangono senza spiegazione (uno in particolare legato a Blofeld mi ha lasciato parecchio perplesso) e un paio di scene in cui la risoluzione della vicenda risulta un po' strana.

Insomma, No Time To Die è un film guardabile, che regala qualche momento ad alta tensione e chiude tutto sommato degnamente questa nuova saga di James Bond, ma è anche un film con più di un problemino a livello di sceneggiatura e che soffre di un villain poco convinto e convincente.

"Il mio nome è Bond, James Bond".

Giudizio complessivo: 6

Buona visione,


Trailer



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