Demoni: La Recensione del Film



Regia: Lamberto Bava

Spesso nomini Bava e pensi (giustamente) al Marione autore di capolavori incredibili e precursori di generi tanto amati dal pubblico, ma anche il figliolo Lamberto ha saputo ritagliarsi il suo spazio.

Pur avendo da sempre considerato Macabro il suo lavoro migliore, devo ammettere che con gli anni ho imparato ad apprezzare sempre di più anche Demoni, tanto che dopo l’ultima visione caldamente consigliata dal Prime Video (come potevo dirgli di no???), sono arrivato a metterlo praticamente sullo stesso piano. D’altronde quando leggi “Dario Argento presenta”, non è che puoi pensare che il Maestro si dedichi a produrre delle ciofeche, anche perché all’epoca (siamo nel 1985) non si era ancora bevuto il cervello.

Brevemente la trama. Durante la proiezione di un film horror in un cinema di Berlino, causa imperizia di una spettatrice vanitosa, ciò che accade nella pellicola sembra trasporsi anche nella realtà, trasformando via via gli spettatori in una specie di demoni affamati di sangue. Sarà un casino per tutti.


Già l’inizio ci catapulta immediatamente nel periodo in cui ci troviamo, quegli anni ’80 messi in evidenza sia dallo stile inconfondibile dei personaggi, che dalle coinvolgenti musiche firmate Claudio Simonetti (di cui non vi dirò nulla nella speranza che non ce ne sia bisogno). A fare da contorno alle note del compositore fondatore dei Goblin, ecco poi un’altra carrellata di brani tipici dell’epoca che vanno ad arricchire una colonna sonora già ricca di suo, passando attraverso Motley Crue, Billy Idol, Saxon e molti altri.


Natasha Hovey, nei panni della protagonista Cheryl, l’ho sempre trovata carinissima, con quella faccia angelica ideale per fare da contrasto alla brutalità dei demoni catapultati nella sala, e si prende nettamente la palma di MVP, nonostante la sexy amica del cuore (Paola Cozzo) provi a sforzarsi in ogni modo per insidiarne la leadership. E poi, tra un cast tutto sommato credibile e decente, ecco fare la sua comparsa pure Michele Soavi (su di cui non vi dirò di nuovo nulla), nei panni dell’uomo mascherato che dà i biglietti e che personalmente considero una delle icone di questo film.

Il sonno della ragione partorisce i mostri”.

L’espediente del film nel film funziona, anche se non è la prima volta che lo si vede (e neppure l’ultima), e aiuta a creare quella giusta atmosfera di preparazione al casino generale. Il collegamento dettato dalla maschera e dalla ferita tutto sommato regge bene, anche se appare un po’ forzato, ma d’altronde questo tipo di lavori, a prescindere da chi ne fosse il padre, non hanno mai brillato per sceneggiature impeccabili.


Ciò che invece risulta essere uno dei punti forti, o almeno tra i miei preferiti, sono senza dubbio quei graziosi effettacci artigianali, non a caso firmati da Sergio Stivaletti. La prima trasformazione della prostituta è memorabile, con quel bel liquido verdastro che cola giù dalla bocca, ma pure quello dell’amica e i successivi non sono da meno. Il tasso gore è decisamente soddisfacente, con alcune scene che oggettivamente fatichi a dimenticare (es. quella del demone che esce dalla schiena, toppissima).

Non ho gradito particolarmente le troppe urla, davvero esagerate nonostante le circostanze, e più simili ad una puntata del Processo di Biscardi, ma nel complesso l’intrattenimento è buono, seppure la trama e i suoi sviluppi siano di fatto inesistenti. Ci sono i mostri e la gente tenta di salvarsi, stop.

La scena quasi verso la fine con il tipo in moto con la katana, e in sottofondo Fast as a Shark degli Accept, è quanto di più zarro si possa partorire, ed è il perfetto viatico per quel finale in pure stile Bava jr (vedi Macabro per esempio) che ci piace assai. Dopo di che parte Demon di Simonetti e i titoli di coda.

Un cult da riscoprire e da non dimenticare.

Enjoy,


Trailer



Lasciate un commento, oh voi che leggete...
Per non perdervi neanche una recensione, seguiteci qui 😉:

     

Nessun commento:

Posta un commento