L'Ospite Inatteso: La Recensione del Libro



Autore: Patricia Gibney

L’Ospite Inatteso segna il quasi esordio in carriera (se tralasciamo un libro per bambini di qualche anno prima) della scrittrice irlandese Patricia Gibney e ovviamente segna anche il mio primo incontro con lei. Un incontro che posso senz’altro definire soddisfacente.

Brevemente la trama. Lottie Parker (che dopo questo romanzo vedremo in azione in molti altri capitoli seguenti della saga) è una detective che deve convivere con la scomparsa del marito e la presenza di 3 figli non esattamente semplici da gestire. Nel mentre vengono ammazzate due persone con un passato comune alle spalle e le indagini cominceranno a farsi pericolose, anche per la detective stessa.

Ormai, anche senza volere, mi ritrovo ad avventurarmi costantemente in storie ove le protagoniste sono donne problematiche in divisa, per cui ormai mi sento di averci fatto l’abitudine. Ciò nonostante, devo ammettere con soddisfazione che ogni personaggio ed ogni scrittore riesce a metterci sempre qualcosa di suo, che caratterizza in un modo o nell’altro la storia e la protagonista in questione. Ed è questo anche il caso dell’accoppiata Gibney/Parker.

La situazione famigliare della donna mi rimanda decisamente a quella della Kathryn Dance di Jeffery Deaver e ben presto si entra subito in sintonia con lei, testarda come poche, ma meritevole della comprensione del lettore. Un personaggio non esente da limiti e difetti, ma che impareremo ad apprezzare.


I capitoli sono brevi, esattamente come prediligo, e lo stile della scrittrice mi piace molto. Un modo di stendere le parole molto intrigante ed al contempo relativamente semplice, senza troppi fronzoli.

Non abbiamo troppa alternanza di storie, dal momento che si segue quasi per intero l’indagine dal punto di vista della Parker per cui, tranne qualche piccola incursione dovuta ad avvenimenti che comunque non si discostano dal plot principale, la narrazione si mantiene piuttosto lineare. Interessanti sono tuttavia gli inframezzi dovuti al racconto di ciò che accadde negli anni ’70 tra le mura di quel Sant’Angela, che diventa ben presto un luogo misterioso ed affascinante, perfetto come location per un romanzo thriller come questo.

Gli intrighi che si sviluppano via via tra le strade irlandesi (paese nuovo che mi ritrovo tra le pagine) riescono a mantenere viva l’attenzione del lettore e pure le rivelazioni finali risultano soddisfacenti. Non aveva moltissime pedine la Gibney, ma quelle a disposizione le ha mosse piuttosto bene, in un mix di delitti, bugie e crimini di vario tipo che non risparmiamo nessuno e che guarda caso coinvolgono personaggi importanti e scomodi, anche appartenenti a quella chiesa che non ne esce esattamente vincitrice.

Qualche banalità di troppo, anche se funzionale alla vicenda (vedi solito capo che ostacola le indagini), non va ad intaccare una lettura che nel complesso giudico interessante.

Qui il libro
Giudizio complessivo: 7.5

Enjoy,


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