Zombie Contro Zombie (One Cut Of The Dead)


Regia: Shin'ichirô Ueda


RECENSIONE

Che figata di film!

Sono state esattamente queste le parole uscitemi di bocca appena conclusa la visione, perché Zombie Contro Zombie (anche conosciuto col titolo internazionale One Cut Of The Dead, che ve ne faciliterà la ricerca qualora foste interessati…e spero per voi che lo siate 😄) è un film fottutamente geniale, fuori dagli schemi e per questo difficilmente dimenticabile.

La curiosità per vederlo, avendo letto commenti entusiastici in rete, era grande, anche perché quando si parla di situazioni horror-trash-demenziale i Giappi si sono sempre ottimamente distinti (i nomi Tokio Gore Police, The Machine Girl e Dead Sushi dovrebbero bastare per convincervi) e le aspettative non sono rimaste tradite. E poi lo si sa, a giocare agli zombies e con gli zombies spesso si finisce male, come successe qualche anno fa a quei poveri ragazzi in provincia di Campobasso, che purtroppo hanno sperimentato sulla loro pelle quanto pericoloso sia ciò che ho appena detto.


Il film, come avete già intuito, funziona alla grande, e il primo (e forse più importante) motivo che contribuisce alla sua buona riuscita è la costruzione dello stesso, con una struttura narrativa bizzarra e rischiosa da proporre, ma che risulta vincente proprio perché nessuno con un minimo di senso avrebbe pensato di proporla (mi fermo qui, perché lo spoiler rovinerebbe gran parte della faccenda).

L’altro elemento che in un lavoro del genere avrebbe potuto far la differenza (in negativo o in positivo) è la scelta dei personaggi e in un contesto del genere non si può non far notare la genialità della figura del regista, tale Takayuki Hamatsu, che domina letteralmente la scena con la sua follia e la sua ossessione a riprendere qualsiasi cosa accada e che riesce a far emergere le qualità di tutti coloro gli ruotano attorno. Indimenticabili i suoi “Actiooooonnnnnnn” pronunciati nei momenti più impensabili o quel “This is a great shot” quando la tizia (piuttosto figa per altro) prende a calci la testa di uno zombie, oppure il rabbioso “Hey, don’t kill my actors” sul finale.


La genialità della pellicola va poi a compensare la totale assenza di budget (probabilmente stimato intorno ai 37 euro) che tuttavia non pregiudica affatto l’aspetto tecnico. Non deve stupire a tal proposito che la prima parte (circa mezz’ora) sia composta unicamente da un solo piano sequenza, che si fa beffe di tutti gli artigiani della tecnica purista, prendendosi amabilmente per il culo e lasciando spazio a quell’amatorialità che contribuisce a rendere ancora più unico il lavoro.


Non mancano poi citazioni di livello, rintracciabili principalmente nelle magliette indossate dalla figlia del regista (tra cui notiamo Scarface con quel “Say Goodnight to the bad guy”, Shining o Taxi Driver) e situazioni al limite del grottesco che inevitabilmente fanno virare il tutto più verso una sorta di commedia con qualche spruzzata (e che spruzzata verrebbe da dire) di horror. 

Insomma un film non convenzionale, riuscitissimo nella sua originalità e che in alcuni momenti fa morire dal ridere.

Fatevi il favore di vederlo.

Giudizio complessivo: 8.5
Enjoy,






Trailer



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