Red Dead Redemption 2



Genere: Azione/Avventura
Piattaforme: Ps4 e Xbox One
Sviluppatore: Rockstar
Data di uscita: 26 Ottobre 2018


RECENSIONE

Era il lontano 2009, il genere dei spaghetti western era ormai morto e sepolto nel deserto da un pezzo, ucciso da quel genere supereroistico che diverrà il miglior pistolero dell’industria cinematografica ma si sa, come il vecchio west ci ha insegnato, non è importante l’uomo, ma la sua leggenda

Una leggenda che era destinata a riecheggiare negli anni attraverso film e, soprattutto, videogiochi. Ed è qui che il nostro racconto comincia: Nel 2010 una casa di sviluppo di videogiochi di nome Rockstar, mette sul mercato Red Dead Redemption, gioco ambientato nel 1911 incentrato su un pistolero di nome John Marston. Questo era il nuovo capitolo di una serie videoludica (e bene si udite udite, non è il primo gioco della serie Red Dead, perché il primo fu Red Dead Revolver del 2004) che fino a quel momento era a dir poco sconosciuta, tuttavia sappiamo come è andata a finire. 

E dopo otto anni di attesa e profondo desiderio, fanno uscire questo secondo capitolo. Sarà riuscito a eguagliare quel gioiello che era il primo? Lo scopriremo in questa recensione.



Trama

Siamo nel 1899, e i fuorilegge stavano per diventare un semplice ricordo, schiacciati da quel progresso industriale che sta portando alla costruzione di città sempre più grandi e minacciose. Circolano le prime voci su veicoli a motore, le banche e le città diventano sempre più fortificate e pericolose e ormai le bande erano sempre di meno. Noi seguiamo gli sforzi della banda di Dutch Van Der Linde impersonando uno dei suoi storici membri, Arthur Morgan; il loro scopo è quello di trovare abbastanza soldi per poter andare via ed evitare la taglia sulla loro testa dopo un colpo andato male da cui ne escono fisicamente e mentalmente distrutti. Lo scopo di Arthur sarà quello di aiutare la banda il più possibile affrontando un viaggio che lo porterà alla scoperta di se stesso. 

Eviterò di dilungarmi per non fare spoiler. 

Come avrete notato la Rockstar ha giustamente optato per un prequel del primo capitolo per due motivi: 

A) il primo si concludeva a ridosso dell’inizio della prima guerra mondiale, periodo che decreterà la fine del far west; 

B) in questo modo si raggiungeva più pubblico possibile raccontando una storia che è stata solo menzionata nel primo capitolo;


Detto questo siamo di fronte a una storia che non solo racchiude tutto ciò che il genere western è stato, ma lo eleva e lo migliora con una scrittura a dir poco certosina e ben diretta. Quello che ho scritto è solo l’inizio di un lungo viaggio che diverrà sempre più intrigante ed emozionante con l’andare avanti della storia. 

Solo per concludere la storia principale, escludendo quindi tutte le quest secondarie, ci vorranno all’incirca tra le 50-60 ore, e questa lentezza è funzionale al racconto, garantendo un approfondimento dei personaggi sia primari che secondari senza però tralasciare momenti adrenalinici e di pura azione altamente spettacolari. 

Arthur Morgan è un personaggio vivo, pieno di sfaccettature, soffrirete e gioirete con lui decidendone il destino e le sue azioni in quanto nel gioco, è presente una “barra dell’onore” che si riempirà o svuoterà a seconda del vostro comportamento portando a un vero e proprio cambiamento dell’atteggiamento di Arthur, sta a voi decidere. 

Io personalmente mi sono legato molto ad Arthur e non mi succedeva da tanto tempo. Sotto certi aspetti è persino migliore di John. Registicamente parlando, se questo fosse un film sarebbe uno dei migliori mai diretti, con citazioni e momenti che si ricollegano al “cugino” più stretto, perché si sa ormai il confine tra cinema e videogiochi sta diventando sempre più labile, e questo gioco ne è l’esempio lampante. 

Se un giorno Tarantino si dedicasse anche ai videogiochi sarebbe il paradiso. Naturalmente stiamo parlando di un gioco di grandissime dimensioni quindi, per tutti quelli che si lamenteranno per l’assenza del doppiaggio, sappiate che anche dei semplici cittadini hanno dei dialoghi lunghissimi quindi era praticamente impossibile doppiare tutto decentemente, e poi imparare un po’ di inglese non vi farà male.



Gameplay

Tuttavia non si tratta di un film ma di un gioco, e il gioco possiede due anime, una di queste è il gameplay. 

Per chi ha già giocato le precedenti opere targate Rockstar, si ritroverà lo stesso impianto arcade che ha caratterizzato il loro modus operandi: un gameplay semplice e facile da padroneggiare quando ci si prende la mano

Per accedere alle armi c’è la classica ruota delle armi, armi che però non potrete portare tutte assieme e che dovrete lasciare al cavallo quando si è a piedi, quindi non aspettatevi armi che magicamente compaiono tra le mani del vostro personaggio. Infatti il cavallo è come un co-protagonista in quanto è importantissimo per gli spostamenti. 

Sono sincero, questo non vuol dire che non perderete ore solo per gli spostamenti, perché è cosi: passerete ore e ore a spostarvi con il vostro destriero per raggiungere una città o un luogo, senza contare le tante missioni secondarie che troverete lungo il cammino; certo è presente il viaggio rapido, ma in questo modo si perderà gran parte dell’immedesimazione. Perché è questo il punto forte del gioco, l’immedesimazione: gli sviluppatori non hanno creato un gameplay originale ma ne hanno approfondito e migliorato certi aspetti. 

Il gioco presenta un open world vivo e pieno di cose da fare, caccia, pesca, città popolate da PNG con ciascuno la propria storia e accampamenti di bande rivali sparse per tutta la gigantesca mappa che finalmente è grande per un motivo preciso e non per il motto “più grossa è meglio”.

Personalmente è un gameplay che nonostante la sua lentezza mi ha preso come pochi giochi sono stati in grado di fare, proprio per quell’immedesimazione di qui parlavo poco sopra, e poi siamo nel far west, se vi aspettavate spostamenti veloci con la ferrari rimarrete delusi.



Grafica e altro

C’è poco da dire, basta vedere qualunque video su youtube per rendersi conto di come questo gioco possieda la migliore grafica mai vista su console, soprattutto se si tratta di un open world vastissimo. Unica eccezione sono i visi, si è visto di meglio. Però in confronto Horizon: Zero Dawn sembra un gioco indie. 

Menzione speciale per le musiche che sono veramente bellissime, passerete ore ad ascoltarle senza sosta. Comunque eviterei di farlo giocare a dei bambini, la violenza presente è molto cruda e realistica, vi ho avvisato.


Per concludere, questo gioco non solo ha superato le mie aspettative ma diventerà uno di quei giochi che verranno ricordati negli anni a venire. Non è un tripla A come gli altri, purtroppo non tutti possono digerire un gioco di questo tipo, ma per chi è armato di pazienza è consigliatissimo. 

Spero che come me possiate godervi questo capolavoro, alla prossima.

Giudizio complessivo: 9.5
Enjoy,




Trailer



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