F is for Family





  • Soggetto: Bill Burr, Michael Price
  • Stagioni: 1
  • Periodo: 2015 - in corso
  • Episodi: 6 da ~ 22 min
  • Tempo totale di visione: ~ 2 ore e mezza

Trama iniziale
Nel 1975, una famiglia come tante conduce una vita alquanto insoddisfacente e problematica. Il padre, impiegato in aeroporto, torna spesso la sera stanco della giornata lavorativa e proprio non riesce a digerire ogni minima fonte di stress. Non lo aiuta certo la moglie, poco affettuosa e anzi alle volte acida nei suoi confronti. I pargoli in piena crescita sono quindi costretti a subire i momenti d'ira del padre e in particolare il più grande esprime una grande intolleranza nei suoi confronti, sfottendolo non appena ne ha occasione.

Giusto per introdurre i personaggi, la storia inizia con il caso della televisione. Infatti, come ogni buona famiglia statunitense  he si rispetti, l'unico momento in cui si condivide del tempo assieme avviene davanti all'apparecchio televisivo. Oggetto talmente di culto che Frank, per non sfigurare davanti agli amici e al vicino, millanta di aver acquistato un nuovo schermo a colori da 33" con cui li convince a venire a casa propria in vista del match di pugilato del momento. Depauperato così dei suoi risparmi pur di non perdere la faccia, non ha messo però in conto la curiosità scientifica del suo secondogenito alla ricerca di nuovi esperimenti da condurre con la sua calamita..


Recensione critica
Dunque, non mi reputo un grande amante di storie familiari normali, come questa in recensione; ho invece apprezzato moltissimo vere e proprie saghe come i Simpson, i Griffin, senza dimenticare Malcolm. Qui ci troviamo di fronte a un prodotto totalmente differente: come primo appunto mancano le risate, le ho contate su una mano durante tutta la prima stagione; poi è assente la narrazione inverosimile, a cui altre serie si rivolgono volentieri per spezzare un po' il ritmo. Per alcuni risiederà proprio in questo il vero interesse: assistere a una storia popolata da personaggi che tranquillamente possono abitare nella casa accanto. Personalmente non rientro fra questa categoria.

Tuttavia devo ammettere che per una volta ho apprezzato vedere in questo tipo di serie una continua evoluzione dei personaggi col succedersi degli eventi: la puntata inizia dove finisce la precedente e i trascorsi subìti segnano bene la memoria dei protagonisti. Peccato quindi perché 6 episodi soltanto non consentono di tracciare un giudizio definitivo, la sviluppo della storia aveva appena iniziato a destarmi una minima curiosità.

Inoltre, pur trito e ritrito, mi fa sempre piacere incontrare il tema del padre che ha dovuto porre un freno alle sue aspirazioni per l'improvvisa comparsa di una famiglia. Azzeccatissima e simpatica quindi la sigla, che rende proprio l'idea di questa frustrazione con un accompagnamento musicale adorabile e che ti fa entrare nel mood anni '70.

La grafica infine non può soddisfare tutti i palati, almeno non riesce con il mio, poiché se da un lato rientra pienamente nello stile dell'epoca che vuole raccontare, con linee davvero minimaliste e talvolta pure volutamente sproporzionate (penso soprattutto agli arti dei bambini), dall'altro si affiancano animazioni, in particolare quelle delle auto, che stonano per via della qualità di un livello superiore. Carine e ben girate alcune scene in cui protagonista è il piccolo Bill, che elevo a personaggio meglio riuscito della serie.

Con lo stesso stile minimalista e le stesse identiche animazioni vi consiglio maggiormente la serie di Archer, rivedrei le puntate in loop da tanto mi fa scompisciare dalle risate.




Consigliato a chi cerca un racconto familiare come tanti con un sottofondo anni '70; 
sconsigliato a chi non si vuole deprimere con l'ennesima storiella tutt'altro che rosa e fiori.

G
iudizio complessivo: 6.7
Buona visione e alla prossima,

Bikefriendly





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