La Porta Sul Buio: La Recensione della Miniserie TV



Regia: Dario Argento, Luigi Cozzi, Mario Foglietti


Ovvero: quando la longa manus (guantata) di Dario Argento ghermì la televisione italiana con la complicità contenuta della Rai.

Qui siamo dalle parti dell’archeologia, più che del thriller, ma è anche vero che siamo su Recensissimo, quindi eccovi servito un reperto per intenditori: La porta sul buio.

Nel 1973 il nostro Darione è fresco dall’aver completato la trilogia zoofila: per quei tre che non la conoscono è composta da L’Uccello Dalle Piume Di Cristallo, Il Gatto a Nove Code e Quattro Mosche di Velluto Grigio. Ormai il suo nome e il suo caschetto da paggio sono noti un po’ ovunque; quindi, assieme all’amico Luigi Cozzi imbastisce una sceneggiatura su Frankenstein ambientata all’alba del nazismo e la propone agli americani che a loro volta la rifilano alla Hammer. Ma la casa inglese, visti i tonfi degli ultimi film sulla creatura, la scansa come si fa con le cacche di cane per strada.


Per un portone che si chiude si apre una porta (sul buio): la RAI dà il via libera a Dario per realizzare una miniserie di quattro film thriller e di tensione dove il nostro fa anche da presentatore; anziché avere il panciuto Alfred Hitchcock e il suo vocione che scandisce “Buonasera.”, gli spettatori italiani si trovano il faccino lunare del nostro Dario a fare da collante, oltre che da regista.

Quattro film da un’ora l’una, quattro storie di tensione e paura, di cui due dirette da Dario, una da Luigi Cozzi e un’ultima da Mario Foglietti.


Il Vicino di Casa, di Luigi Cozzi: una giovane coppia con pargolo neonato si trasferiscono nella nuova villetta dove il vicino di casa ha appena commesso uxoricidio. Cosa dite, ne parliamo alla prossima riunione di condominio? L’episodio migliore di tutti e anche quello che Dario ha voluto come apertura alla serie. La tensione c’è, il ritmo pure – nei limiti delle restrizioni RAI – e il vicino assassino è abbastanza inquietante, con gli occhialoni e baffi. Ora che ci penso era uguale al giardiniere del condominio dove abitavo da ragazzo, ma per fortuna non era sposato. O forse non più…


Il Tram, di Dario Argento. Una ragazza viene uccisa durante l’ultima corsa del tram notturno. Il commissario Giordani Enzo Cerusico, simpatico - indaga, ricostruendo la corsa di quella notte assieme ai passeggeri. Ma qualcosa non torna…Buono pure questo. Argento prende una sequenza scartata dallo script di L’Uccello Dalle Piume Di Cristallo e ne fa un film autonomo. Ci sono tutti gli elementi del suo cinema: il dettaglio ingannatore/rivelatore, la fauna umana che vediamo tutti i giorni sui mezzi pubblici, anzi, forse è più attento a queste parti che non al resto, e ci propina un segmento che cammina sulle sue gambe – o rotaie – con un ritmo più rilassato rispetto agli standard del Darione. L’arma del delitto è un gancio, perché la RAI proibì l’uso dei coltelli.


La Bambola, di Mario Foglietti. Un criminale evade dall’ospedale psichiatrico e la polizia lo cerca. Nel mentre una giovane donna è impegnata nel furto di una bambola con la quale ha un legame morboso. La noia regna sovrana al terzo episodio. Zero tensione, zero interesse, a parte la giovanissima Mara Venier, lei sì vera bambolina. Già sottotono all’epoca, lo spettatore moderno alla rivelazione finale si è risvegliato dall’abbiocco.


Testimone Oculare, di Dario Argento. Il nostro torna alla regia, sostituendo all’ultimo Roberto Pariante - Una giovane donna assiste ad un omicidio, ma non viene creduta perché non si trova il corpo. Quello che manca nel Tram, Argento lo sbatte in questo episodio: musica ritmata da anni ’70, Marilù Tolo (all’epoca compagna del nostro) e una sensazione d’affanno. Personalmente trovo che giri un po’ in tondo come storia, ma forse la causa è tutta nello Zeitgeist del prodotto.


A stringere: una serie televisiva figlia del suo tempo, con tutti i mezzi e i limiti dell’epoca, però un gradino superiore a molti prodotti della nostra TV odierna. Per chi ha voglia di vintage o approfondire l’universo Argentiano non vi resta buttarci un occhio. Basta che poi ve lo riprendiate.

Buona visione,


Trailer



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