Bite: La Recensione del Film



Regia: Chad Archibald

Appassionati del body horror, se ancora non avete mai sentito parlare di Bite, colmate la lacuna, perché la vostra voglia di disgusto sarà decisamente soddisfatta.

Tributando in maniera più o meno dichiarata il vecchio Cronenberg, ma anche il suo connazionale Éric Falardeau (regista di Thanatomorphose), il canadese Chad Archibald, che fino a qui mai avevo sentito nominare, ci regala un classico esemplare del genere, che pesca un po’ da tutti i vari esponenti (come non citare anche i Contracted, vista la protagonista femminile), per arrivare poi a concludere la sua storia, regalandoci un’ora e mezza scarsa di soddisfacenti mutazioni corporali.

Brevemente la trama. Una ragazza se ne va in Costa Rica con un’amica per una sorta di addio al nubilato, ma un misterioso insetto decide che questo matrimonio non s’ha da fare e la punge. La ferita comincerà inesorabilmente ad infettarsi e da quel momento saranno volatili per diabetici.


Dunque partiamo col ricordare che, in caso non siate particolari estimatori degli insetti, sconsiglio la visione di questo body horror, ma in caso contrario la visione merita.

La protagonista, sulla quale è incentrato tutto il film, è decisamente carina e si cala molto bene nella non semplice parte ritagliatale per l’occasione, in particolare quando muove la testa a scatti nelle fasi iniziali. Considerata appunto la centralità del suo ruolo, appare evidente come sia positiva questa notizia per la valutazione complessiva. Brava quindi Elma Begovic che, come il regista, non avevo mai sentito menzionare.

Il tormento che si impossessa di lei diviene sin da subito contagioso, e non mi riferisco necessariamente a quello fisico dovuto alla malattia. Il complicato rapporto con la suocera, che in un primo momento rende la pellicola quasi una sorta di dramma famigliare, contribuisce ad alimentare la tensione derivante dal degrado fisico e culmina con un’ottima scena che finalmente toglie di mezzo l’odiosa vecchiaccia.


Oltre a quella appena citata, vi sono altre sequenze assolutamente degne di menzione, come per esempio il fantastico sogno baby baby, oppure il distacco di quelle maledette unghie, che in questi film proprio non può mancare. La buona resa delle stesse è dovuta anche ad un sapiente uso degli effetti che, già dalle prime fasi dell’infezione intorno al morso, appaiono convincenti e disgustosi al punto giusto.

Per il resto, non vediamo nulla di nuovo, la trama non esiste e onestamente è giusto così. Assistiamo semplicemente al progressivo deterioramento della giovane Casey, che via via inizia a coinvolgere pure l’ambiente circostante, trasformandolo praticamente nella sua inviolabile tana.


Ecco quest’ultima roba, per quanto la reputi una mossa interessante, forse appare un po’ esagerata, non tanto nelle intenzioni, ma quanto nella realizzazione. Anche la velocità con cui il processo si sviluppa probabilmente è troppo rapido, così come appare complicato che stanno tutti lì in 10 metri e nessuno si accorge di niente. Inoltre, fattore comune in molte pellicole di questo tipo, non riesco a capire come sia possibile che tutte le persone coinvolte non chiamino i medici fino a che siano in tempo, e chiedano aiuto solo quando i buoi sono ampiamente scappati.

Detto ciò, se avrete la forza di passare sopra a queste fesserie, spegnere il cervello e sentire la necessità di guardarvi un bel body horror disgustoso al punto giusto, recuperatevi Bite e non resterete delusi.

Ah, e state attenti a quella puntura che avete dietro al braccio…è un attimo a ritrovarsi come la protagonista del film.

Giudizio complessivo: 7.5

Disgustosa visione,


Trailer



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