The Queen Of Black Magic (2019): La Recensione del Film



Regia: Kimo Stamboel


Dopo aver spaziato tra Thailandia, Germania, Norvegia e Israele, facciamo ritorno nelle terre orientali, e più precisamente in Indonesia, parlando di The Queen Of Black Magic, film del 2019 diretto da Kimo Stamboel che, fino a poco tempo fa non avevo mai sentito nominare, ma che vedrò di approfondire, vista anche la sua stretta collaborazione con quel Timo Tjahjanto che tanto ho apprezzato nel corto The Subject, appartenente all’ultima antologia V/H/S 94.

La mia conoscenza dell’horror indonesiano non è, per così dire, molto ampia. Al momento fatico a ricordare altri lavori degni di nota provenienti da quella terra e non mi stupisce il non aver mai sentito parlare sia di questo film, che dell’originale, da cui questo remake è tratto, ma per fortuna son felice di averne fatto la conoscenza.


Brevemente la trama. Tre giovani decidono di andare con le rispettive compagne e figli all'orfanotrofio in cui sono cresciuti, al fine di rendere omaggio al vecchio che li ha cresciuti. Quella che doveva essere una semplice gitarella di piacere, si tramuterà in un incubo quando verranno alla luce oscuri segreti legati a quel luogo, e nessuno sarà più al sicuro, NESSUNO.


Il film parte subito con le marce alte, con l’inquadratura della ragazza morta, appena prima dei titoli di testa, che già ti sbatte in faccia la realtà nuda cruda, anticipando di poco l’ingresso sul bus dove effettivamente cominciamo a capire che qui non si scherza per nulla. Oltre ad un tasso di violenza decisamente soddisfacente, troviamo anche buoni effetti estremamente realistici, anche se in realtà io prediligo quelli più artigianali, che faranno soprattutto la gioia di chi è ossessionato da insetti e robba simile. Chi poi è scolopendrofobico, credo farebbe meglio a cambiare canale o in alternativa a fuggire a gambe levate, altrimenti la necessità di rianimazione è dietro l’angolo. Ma sono tante le immagini che fanno male, a prescindere dalle proprie fobie, perché basta anche una semplice spara punti diretta verso le proprie labbra per ridurre a semplici barzellette le avventure di Steve-O e di tutti i Jackass messi assieme.


L’inquietudine generale che si percepisce appena arrivati all’orfanotrofio è opprimente, già a partire dalla fredda accoglienza dei due “padroni di casa”, e passando poi per l’enigmatico Mr. Bandi, che con quella faccia lì è innegabile che nasconda qualcosa di losco. E poi vogliamo parlare della tizia che si presenta con mascherina e gel igienizzante spruzzato ogni 5 minuti per paura di qualche batterio non ben identificato??? Che cazz è, lo sapeva gia??? GOMBLODDOH!

In mezzo a tutto questo, riesce a trovare spazio anche qualche siparietto curioso tra i protagonisti giovanili della serata. Curioso per esempio appare lo scambio di vedute dove il bambino proveniente dalla città non abbia idea di cosa sia un VHS, mentre la tizia cresciuta all’orfanotrofio si stupisce quando le viene menzionato internet e lo streaming (che vitaccia eh?).


Poi cominciano a venir fuori le storie accadute in quel luogo anni fa, e lì si inizia a capire da cosa abbia origine la maledizione che affligge la casa e chi ne viene in contatto. In alcuni casi la questione appare forse un filo contorta, forse a anche a causa della mancanza di sottotitoli in lingua italiana, ma nel complesso la storia regge bene, facendo leva su una sceneggiatura tutto sommato solida, che non mostra particolari mancanze o incongruenze (e ci tengo a sottolinearlo, perché spesso in pellicole di questo genere non è scontato, anzi).

Tutti sono colpevoli, nessuno escluso, e anche il semplice non sapere, a dispetto di ciò che sosteneva il Maestro Socrate, diventa una colpa. La vendetta infatti colpirà tutti indistintamente e la rabbia di chi ha sofferto così tanto da dover ricorrere alla magia nera non farà sconti a nessuno.

Molto suggestiva infine la parte conclusiva, in primis con la sequenza dello scontro e la ricomposizione del corpo dopo che la testa se n’era andata un attimo per i cazzi suoi, e con quell’aura di mistero in seguito, che giustamente lascia inquietanti interrogativi su tutta la vicenda passata, presente e futura.

Filmone, l’ho già detto e lo ripeto.

Enjoy,


Trailer



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