Penguin Highway


Regia: Hiroyasu Ishida


Tratto da un romanzo scritto da Tomihiko Ishida vincitore del prestigioso “Nihon SF Taisho Award”, Penguin Highway trova la sua distribuzione nei cinema del Sol Levante nell’estate 2018 per poi giungere anche in Italia grazie alla Nexo Digital nel mese di Novembre dello stesso anno.

La storia che il film racconta ha come protagonista Aoyama, un bambino di quarta elementare con un intelligenza e una capacità di osservazione pari e forse superiori a quelle di un adulto: prendendo infatti continuamente appunti sul suo quadernino personale e forte delle sue passioni in scienza, storia, tecnologia e dalla mente estremamente razionale ed elastica, Aoyama desidera non essere superiore agli altri ma essere migliore del se stesso di ieri. 

Convinto di aver già scelto la sua futura consorte e contando i giorni mancanti al raggiungimento dell’età adulta, per lui la vita non ha misteri ed ogni cosa può essere spiegata attraverso esperienze scientifiche e razionalità; un giorno tuttavia nella cittadina provinciale circondata da dolci colline in cui abita, compaiono dei curiosi pinguini sbucati fuori dal nulla e l’evento sembra in qualche modo legato alla figura della “Sorellona”, una gentile ed intraprendente ragazza verso la quale Aoyama prova uno strano sentimento affettivo che non riesce a spiegarsi.

Insieme quindi a lei, al migliore amico Uchida e Hamamoto, una perspicace bambina anche lei molto intelligente, vivrà un’avventura in bilico tra scienza e soprannaturale per decifrare il bizzarro mistero.


Penguin Highway è un film che fa bene ad un adulto quanto (e sopratutto) ad uno spettatore più giovane: dove il primo può scorgere raffinate e visionarie metafore sulla crescita dell’individuo in relazione allo scorrere dell’universo, una mente infante si appassiona e si immedesima facilmente nei protagonisti della storia, tanto piccoli quando determinati nel raggiungimento di uno scopo (in questo caso risolvere il mistero della comparsa dei pinguini) attraverso lo studio e l’osservazione scientifica degli eventi senza rinunciare alla tipica componente avventurosa dei prodotti per ragazzi. 

Si invoglia quindi allo studio e alla sua costante dedizione, al valore dell’amicizia e del coraggio, si esortano i più giovani ad usare la mente come arma più potente e attraverso un curioso ribaltamento degli stereotipi, Penguin Highway ridicolizza la tipica figura del “bullo” anni 80 che qui è mostrato come un bambino solo apparentemente “Figo” per poi rivelarsi un credulone sempre spaventato ed insicuro, assolutamente non in grado di competere con l’arguzia ed il coraggio dei protagonisti. 

Fondamentale è la caratterizzazione dei personaggi principali e il rapporto tra di loro: Aoyama non è un bambino vanitoso e la sua grande intelligenza non lo mette su nessun tipo di piedistallo, anzi vengono rimarcati alcuni suoi capricci che poi sono tipici dell’infanzia come per esempio il dimenticarsi di lavare i denti, ma soprattutto rimane bisognoso di aiuto e supporto: in questo senso è molto legato all’amico Uchida, un bambino comune ma dal cuore grande diposto a superare le proprie paure per intraprendere nuove avventure con Aoyama

La figura di Hamamoto, la bambina intelligent,e è oltre che un’amica una rivale positiva: solo lei può competere con l’intelligenza del protagonista ed è anche grazie alla loro competizione pacifica che il mistero riguardante i pinguini e la “Sorellona”, figura che rappresenta il mistero stesso che i personaggi aspirano a risolvere, sarà svelato in un trionfo di colori e scienza mescolata con elementi onirici mozzafiato.

Penguin Highway spinge quindi anche alla sana competizione, priva quindi di violenza ma pregna di rispetto verso l’avversario e volontà di migliorarsi mano a mano, principi solidi su cui la società giapponese fa leva educando rigorosamente i più piccoli; il film però sottolinea come sia importante nella crescita anche vivere esperienze sulla propria pelle accanto alle persone a cui teniamo di più, svelando con orgoglio i misteri del mondo.

Chi scrive non è certamente un animatore o un direttore della fotografia, ma è in grado di capire se il prodotto che sta visionando possieda o meno una certa qualità, e questo film di qualità ne ha da vendere: a partire dai colori splendenti qui dominati dalle sfumature del blu, del bianco, nero e verde, fino alle visionarie sequenze oniriche nell’ultima mezz’ora in cui lo schermo prende vita e si riempie di una marea elementi sgargianti in costante movimento, Penguin Highway è una gioia per gli occhi e per il cuore.

Una gemma di toccante bellezza paragonabile alla piacevole brezza primaverile del primo mattino.

Buona visione,




Trailer




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