Ancora Auguri Per La Tua Morte


Regia: Christopher Landon


RECENSIONE

Riguardo al primo Auguri Per La Tua Morte avevo scomodato termini importanti, tra cui anche quello di “filmone” e ad oggi non ne sono assolutamente pentito. Va da sé quindi che, alla notizia di un possibile sequel la prima reazione sia stata positiva.

Ma poco dopo i dubbi sono cominciati a farsi strada, con domande tipo “Il regista sarà lo stesso?”, “Perderà l’originalità del primo capitolo?”, “Sarà una storia apparte o ci ritufferemo nel loop temporale di prima?” ecc ecc…e insomma l’uscita dell’Ancora Auguri Per La Tua Morte ecco che non sembrava più l’idea del secolo.

Alla fine, per rispondere in breve alle prime domande poste sopra, il regista sì è lo stesso, tale Christopher Landon e l’originalità indubbiamente viene meno, dal momento che di fatto si riparte da dove eravamo rimasti. Ci troviamo infatti di fronte al super nerd che, insieme agli amici nerd, crea questa super macchina che combina casini temporali piuttosto problematici, finendo per coinvolgere di nuovo la povera Tree Gelbman, che vedrà tornare l’incubo da cui era faticosamente uscita da poco.


Proprio grazie all’invenzione di questa super macchina, per scongiurare l’ipotesi del copia e incolla del precedente lavoro, sono stati inseriti elementi più complessi, con diverse dimensioni temporali e più persone coinvolte, ma tant’è il canovaccio non è che cambi poi più di tanto.

Jessica Rothe si cala sempre nei panni della protagonista e ci riesce ancora molto bene, anche se a volte la caricatura da super donna che le viene cucita addosso per l’occasione sembra essere un filo eccessiva, risultando forse involontariamente comica oltre le intenzioni.


Ma è proprio lo spirito cazzarone, probabilmente amplificato rispetto al primo film, a salvare la baracca, perché diciamocelo pure, la componente horror si perde quasi totalmente e vengono inseriti alcuni aspetti tipo il rapporto madre-figlia che stonano con tutto il contorno. La volontà quindi di caricaturizzare se stessi è riuscita solo in parte e, per esempio, ho trovato valida e divertente la sequenza dove lei, per cercare di sistemare le cose, continua ad uccidersi nei modi più strampalati possibili, evidenziando tra le altre cose una discreta creatività.

Troviamo tuttavia diverse scene piuttosto insulse, a coronamento di una sceneggiatura che a volte traballa un po’, ma nel complesso l’intrattenimento è buono e non si fatica ad arrivare alla fine.

Fine che, onde evitare futuri capitoli catapultati verso l’imbarazzo, mi auguro ci sia per questa serie, anche se la parte finale dopo i titoli di coda suggerisce molto probabilmente altro.

Staremo a vedere.

Giudizio complessivo: 6.7
Enjoy,





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