Nurse 3D


Regia: Doug Aarniokoski

Spettacolare la super sexy infermiera vendicatrice, paladina delle donne tradite e di quelle che stanno per esserlo. Ma al di là dell’idea di fondo e soprattutto del personaggio principale, in realtà non è che questo film offra poi così tanti spunti di interesse.

Ma c’è Paz De La Huerta e già questo per me basta (“Come devo chiamarti?”, “Chiamami come cazzo vuoi”…applausi). 


In più in questo film la cara Paz è fottutamente sexy e in più di un’occasione dimostra pure una discreta allergia nel mantenere i vestiti ben attaccati al corpo, indi per cui il giudizio complessivo diventa ben superiore di quello che potrebbe dare un qualsiasi critico cinematografico a cui la figa fa lo stesso effetto che potrebbe fare l’aglio a Bela Lugosi

E poi, giusto per rimanere in tema, ci sarebbe pure Katrina Bowden a contribuire al presobenismo, pur non riuscendo (nonostante l’impegno sia da premiare) a raggiungere i livelli di quella che nel film dovrebbe essere la sua istruttrice e che ben presto si rivelerà essere qualcosa di più.

Però, come dicevo poc’anzi, oltre a questo non c’è molto altro.


Il regista è tale Doug Aarniokoski, da non confondere, causa similitudine nel nome e forse nelle origini, con Darren Aronofski, perché diciamocela tutta non c’entra proprio un emerita mazza. Il curriculum parla chiaro e lavori del calibro di Madre! e Black Swan sono chiaramente lontani anni luce.

Il film tenta infatti di abbracciare più generi e di sviscerare più tematiche contemporaneamente, finendo però col creare un mix pasticciato e piuttosto inconcludente

La storiella si mostra ben presto alquanto deboluccia, anche se all’onor del vero non è questo che è stato pensato quale punto di forza della pellicola. Certo è che però alcune decisioni risultano quantomeno discutibili e le motivazioni che spingono la nostra eroina a compiere tutto ciò che si vedrà, non è che appaiono poi così chiare e fondate. 

Se a tutto ciò aggiungiamo pure il fatto che in alcuni frangenti rischiano pure di farsi strada i primi sbadigli, è facile intuire che chi è alla ricerca del capolavoro del secolo debba citofonare altrove.

Ma una discreta dose di splatter sufficientemente distribuita nei momenti clou, unita all’intramontabile fascino della divisa da infermiera, tengono a galla la baracca, aiutati chiaramente da tutto ciò che sottolineavo nelle prime righe.


Il buon finale poi lascia contento lo spettatore.

In definitiva ritengo che per una serata disimpegnata all’insegna dell’ignoranza e della cazzaraggine, questo sia il film giusto, mentre per chi avesse pretese più intellettualoidi e seriose il consiglio è quello di fuggire a gambe levate lontano da tutto ciò.

Giudizio complessivo: 6.8
Enjoy,





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