Alex L’Ariete


Regia: Damiano Damiani

Steven Seagal, Chuck Norris, Sylvester Stallone, John Goodman: potrei continuare per ore a citare attori che hanno avuto successo grazie al loro fisico muscoloso e prepotente.

Tutti americani però, e noi italiani? Il nostro cinema non è fatto di pompati della WWE ma solo di rachitici Rovazzi che tentano di guadagnare la pagnotta facendo 90 minuti di nulla assoluto (anzi, quello sarebbe meglio)?

Ebbene no, signori!

Perché, nell’ormai maggiorenne 2000, il grande regista italico Damiano Damiani (che firmò nel 1982 il capolavoro horror Amityville 2 The Possession, sequel dell’invecchiatissmo Amityville Horror) si è messo dietro alla macchina da presa per dirigere questo Alex L’Ariete, capolavoro del trash poliziesco che tiene testa a classici del demenziale come Una Pallottola Spuntata e L’Aereo Più Pazzo Del Mondo degli ZAZ.

Si, perché chiunque prenda questo film come un serio poliziesco o una specie di RIS, Squadra Antimafia o Rosy Abate vs. Don Vito Corleone vs. Tony Ciccione sbaglia completamente strada, perché infatti va visto come una parodia (completamente involontaria) di questi ultimi.

Tutti ciò grazie (o purtroppo) a LUI, il protagonista: l’Albertone nazionale!

No, no, forse non avete capito, l’Albertone nazionale non Sordi eh, ma uno meglio: Sua sciosità Alberto Tomba! 


Considerato come il più grande sciatore italiano dagli amanti dello sport e contemporaneamente il peggior attore protagonista italiano dai cinefili cultori del brutto, Tomba regala per tutti i 100 minuti di durata del film la stessa espressione da guidatore del lunedì mattina incazzato nero col mondo in stile Gioele Dix (è comunque più espressiva la faccia di Lincoln sul monte Rushmore) e battute intrise di spiccato accento bolognese che manco Bruno Barbieri, recitate alla stessa maniera di uno spettacolo dell’oratorio.

Ovviamente l’utilizzo di tale Premio Oscar per il film venne pensato per attirare più amanti possibili dello sportivo nei cinema, ma fu clamorosamente un colossale fiasco che ancora oggi è nella Top 10 dei film italiani che hanno perso di più (pure Tomba, l’unico presente in sala, uscì a metà film per via dello scarso livello recitativo).

Trama classica nella quale il nostro (o meglio vostro, io non voglio avere nulla a che farci) eroe deve scortare una ragazza (una giovane Michelle Hunziker in Ramazzotti in Trussardi che in confronto Mariangela Melato è una soubrette del Bagaglino) e ovviamente si ritroveranno con i cattivi alle calcagna, tra sparatorie, inseguimenti e dialoghi da far rabbrividire la salma di Carmelo Bene.

Innumerevoli le scene esilaranti: l’entrata in scena di Alex, sparando e sbraitando come un pazzo durante un rapina andata male (manco Mr. Blonde ne Le Iene faceva tanto casino); il ri-sot-to con le er-bet-te; le facce e i versi che fa Tomba quando arriva faticosamente sulla barca; la sequenza all’ospedale, durante la quale la recitazione tocca il fondo del Mar dei Sargassi con Tomba che legge visibilmente un foglio del copione appoggiato sul comodino per dire la leggendaria (e anche facile da ricordare) frase: “Questa è una pistola: questa spara!”.
  

Ma la scena madre è un’altra, quella in cui il nostro eroe della porta accanto sfonda, correndo all’impazzata all’indietro come un paguro impazzito, una finestra di un bar facendosi evidentemente male alla schiena (altro che Tom Cruise in Mission Impossible).

È stato l’unico film di Alberto Tomba (ma non lo diciamo troppo forte che, per buttare giù la sceneggiatura di Alex l’Ariete 2 – Il Ritorno, gli sceneggiatori ci mettono un attimo).

DA VEDERE CON GLI AMICI PER UNA SERATA DI PURO DIVERTIMENTO.

CONSIGLIO LA VISIONE AL SIG. ROBERT DE NIRO (che so che starà leggendo la recensione) PER INTERPRETARE AL MEGLIO IL PROSSIMO RUOLO DA DURO. BOB, BELIEVE ME! 

Giudizio complessivo: 4,5
Enjoy,





Film completo



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