Anatar: La Recensione del Film



Regia: Alan Smithee


Negli anni '80 l'Italia era diventata famosa nell'ambiente underground cinematografico per le sue versioni di film famosi.

E adesso nel 2023 è uscito un film che ha ripreso questa linea. Sto parlando di Anatar, che sarebbe dovuto uscire a dicembre (alcuni giorni prima dell'uscita di Avatar 2), ma che poi è stato posticipato a gennaio ed ora, dopo una fugace apparizione in poche sale italiane, è finalmente approdato su Prime.

Comunque, se dal titolo potreste pensare a una parodia di Avatar, in realtà ha anche alcuni elementi palesemente ispirati a Star Wars, come il capitano Dark Feather che cerca di usare la Forza, oppure un pezzo di colonna sonora che ricalca quella di Guerre Stellari. Con Avatar invece le somiglianze sono molte: il pianeta Pandoro, le riprese dell'ambiente "alieno", l'albero che rappresenta lo spirito dell'isola, alieni blu che qui sono anatre e sono la controparte degli umani del film e la scena finale uguale ad una di Avatar.


Il film è diviso in due ambienti, la navicella spaziale con le anatre e il pianeta che somiglia ad una sorta di Terra quattrocentesca con i Neanderthal utilizzati come animali domestici. La prima parte è quella più esilarante, con le anatre che parlano (facendo quack quack tutto il tempo) con i sottotitoli che ci mostrano tutti i giochi di parole possibili su anatre e altri uccelli, ma anche delle gag carine. Le scene su Pandoro invece sono forse il punto preso più seriamente, con una storia d'amore condita da una straordinariamente meravigliosa colonna sonora e il contrasto tra Mirikani e Messikeni, che vogliono costruire un muro per dividersi (vi ricorda qualcosa?).




Ci sarebbe molto altro di cui parlare, ma sarebbe meglio non spoilerare altro, a parte una scena che mi ha ricordato Monty Python e il Sacro Graal che è la seconda che rompe spudoratamente la quarta parete ed è qualcosa che sinceramente non mi aspettavo.

Tecnicamente parlando, la regia è pessima e della recitazione meglio non parlarne, nonostante la presenza nel cast di un certo Davide Marotta che, probabilmente pentitosi di aver lavorato con registi di quart'ordine come Fellini, Argento, Bava Jr. e Gibson, ha deciso di ripiegare su questo capolavoro. I costumi però sono davvero molto suggestivi (soprattutto quelli delle anatre), così come gli ambienti naturali che mostrano come senza il bisogno di CGI si può creare un qualcosa di visivamente accattivante.


So che di questo film ne avrete sentito parlare solo male, ma se la mia opinione vale qualcosa, vi assicuro che è uno di quei film che più vi rimarrà impresso per la sua bizzarria, la sua tamarraggine, la sua buona dose di trash e la sua consapevolezza di non avere abbastanza budget.

Mi verrebbe da ringraziare il regista, ma a causa di alcuni tagli e modifiche da lui non volute, ha deciso di accreditare il film allo pseudonimo Alan Smithee, quindi ringrazierei tutti coloro che a questa pellicola hanno preso parte.

Giudizio complessivo: 7.5

Buona visione,



Trailer



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