Il Gioco di Gerald


Regia: Mike Flanagan

Ormai comincia a farsi complicato trovare un film che non sia tratto da un romanzo di Stephen King (ma quanti cazz ne ha scritti???) e quello di cui vado a parlare oggi non fa eccezione.

A dire il vero però non ero a conoscenza dell’esistenza del libro (mea culpa) per cui mi sono approcciato alla visione senza aver letto ciò che il Maestro aveva da dire all’inizio degli anni ’90. È chiaro quindi che giudicherò unicamente ciò che ho visto, non potendo fare un raffronto.

E ciò che ho visto non mi è dispiaciuto!

Probabilmente l’aver omesso la lettura ha influito positivamente sul giudizio in quanto, come spesso mi trovo a dire, difficilmente ho trovato film, non dico migliori, ma quantomeno all’altezza dell’original.

Partiamo con il parlare dei personaggi, anche perché è chiaro che tutta la vicenda ruota attorno a loro, dal momento che la maggior parte della vicenda vede appunto protagonista un’unica location (la camera da letto del fattaccio, o meglio il letto della camera da letto) e i due protagonisti (vabbè ci sarebbe pure un cane a giocare una parte piuttosto interessante, ma lasciamo perdere per il momento). 


Lei è bona (e grazie al cazz è Carla Gugino) e regge ottimamente sulle sue spalle gran parte della vicenda, risultando piuttosto credibile e regalando alcuni momenti di tensione, principalmente concentrati nei momenti cruciali per tentare di abbandonare il letto (e riuscendoci tra l’altro più facilmente di come faccio io quasi tutti i lunedì mattina). Bruce Greenwood non dispiace nei panni del marito (forse addirittura meglio nei momenti in cui si materializza post mortem alla moglie) e Carel Stuycken fa sempre la sua sporca figura (per quelli a cui il nome non dice nulla ricordatevi del Lurch della Famiglia Addams oppure del mitico gigante dell’altrettanto miticissimo Twin Peaks).


Lo sviluppo non è esattamente scorrevole e d’altronde non potrebbe esserlo viste le circostanze, per cui non aspettatevi action spinta al limite, balzi sulla sedia o splatter a volontà, perché qui in fondo si vira su una sorta di drammone esisteziale/familiare che però non fa sprofondare lo spettatore nella noia, grazie ad un bel gioco di doppi e ad alcuni momenti che riescono a tenere sulle spine (e in questi, il canide a cui accennavo sopra gioca un ruolo piuttosto significativo).


Qualche perplessità viene invece dagli sviluppi finali SPOILER soprattutto quando lei riesce a liberarsi e si mette immediatamente in macchina, rischiando così di schiantarsi e vanificare tutti gli sforzi fatti fino a lì; ma pure l’inserimento del mostro, con le sue gesta e i suoi trofei non so quanto sia efficace, anche se in questo caso bisognerebbe probabilmente prendersela più con Mr. King che col regista e pertanto credo che chiuderò un occhio. FINE SPOILER

Detto ciò, pur con qualche difetto ed alcuni momenti non troppo coinvolgenti, ritengo che il film sia valido e meriti una visione, soprattutto nelle giornate di eclissi.

Giudizio complessivo: 7
Enjoy,





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