A Casa Tutti Bene


Regia: Gabriele Muccino


Pur non essendo un grande fan di Gabriele Muccino (oggettivamente, un signor regista), mi sono lasciato convincere dalla storia presentata rapidamente dal trailer ma soprattutto dal personaggio del momento, Pierfrancesco Favino, grandissimo attore finalmente apparso sulle sfavillanti luci della ribalta grazie al successo ottenuto con il Sanremo di Claudio Ramsete Baglioni.

E mi sono dovuto ricredere, perché pensando di andare a vedere la classica mattonata sentimentale ero abbastanza convinto di annoiarmi, e invece, dopo un inizio un po’ claudicante a causa della presentazione dei tantissimi personaggi, mi sono trovato davanti ad un cinissima crisi familiare di quelle che fanno saltare i cenoni di Natale, Pasqua e Annuccá (scritto alla napoletana).

Merito di una sceneggiatura azzeccata e pungente (scritta a 6 mani dal regista, Paolo Costella, autore di tantissimi cinepanettoni, e Sabrina Impacciatore) che ricorda molto nel soggetto capolavori del genere come Il Grande Freddo di Lawrence Kasdan e Compagni Di Scuola di Carlo Verdone, ma anche il più recente Perfetti sconosciuti. 


Carta vincente del mazzo è la coesione di un team di grandi professionisti, feticci e non di Muccino: Accorsi, Favino, Tognazzi, Ghini, Sandrelli, Impacciatore, Gerini, Marescotti, Michelini, Solarino, Crescentini, Solarino, Cucci, Milo, Morelli.

È più facile ricordarsi tutti gli apostoli in ordine alfabetico.

In tutto questo castone, svettano soprattutto Favino e il grandioso Ghini nel ruolo (minore) di un cugino malato di Alzheimer, da premiare con un David di Donatello e anche di Michelangelo.

La trama, non originalissima, è la seguente: per festeggiare i primi 50 anni di matrimonio, una coppia (Marescotti e Sandrelli) invita tutta la loro vastissima famiglia nella loro casa su di un isola del Sud per passare insieme una spensierata giornata, senza poter immaginare che un’improvvisa mareggiata sta per colpire l’isola, così da costringere il gruppone a pernottare per qualche giorno nella villa dei festeggiati nella quale poco a poco verranno fuori segreti inconfessabili, amori impossibili e tentati omicidi. 


Crisi isteriche, colpi di scena e rivelazioni scottati fanno sorridere a denti stretti lo spettatore il quale si immedesimerà per forza in uno degli innumerevoli personaggi.

Ad accompagnare i momenti di follia e di apparente serenità, una colonna sonora ben calibrata che unisce new melodies composte dal maestro Nicola Piovani (Oscar per La Vita è Bella) a canzoni storiche del repertorio italico come Bella Senz’Anima, Margherita (entrambe di Cocciante) e Dieci Ragazze (di Battisti).

Concludo citando la frase, pronunciata da Ivano Marescotti verso la fine, che è la sinossi perfetta di tutti i 105 minuti di film: “Io sono nato orfano, a me la famiglia mi sta sul cazzo!

UNA RIUNIONE FAMIGLIARE GROTTESCAMENTE MONICELLIANA MA CHE CON MUCCINO SI LASCIA COLPIRE DELLE FRECCE DI CUPIDO, FINO AD UN FINALE APERTO PER OGNI PERSONAGGIO.

DA VEDERE PER RIFLETTERE SULL’IDEA DI CHE COSA SIA UNA NORMALE FAMIGLIA

OTTIMO GHINI.

Ps: Ma quanto è bona Carolina Crescentini?

Giudizio complessivo: 8
Buona visione,






Trailer



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