Lost in Translation: La Recensione del Film



Regia: Sofia Coppola


SNOB, NOIOSO, SCONTATO

Con questo film Sofia Coppola ha fatto il compitino pensando di aver fatto un filmone da oscar (che difatti ha vinto), perciò gli hanno pure fatto credere di aver girato un capolavoro che tanti hanno preso per tale. Spieghiamo.

Bob (Bill Murray) e Charlotte (Scarlett Johansson) vivono la loro “storia” in una Tokyo ultramoderna (che non vedremo quasi mai), si conoscono per caso, lei ammicca lui gli da corda, lei laureata in filosofia e persona sola con il marito fotografo (Giovanni Ribisi) sempre indaffarato che la porta con sé, lui attore in declino, oramai gira spot per chi lo paga bene, anche lui solitario.

Tutto bene fin qui, il film si concentra sulla loro solitudine e sulla loro mancanza d’amore da parte di chi gli sta intorno. Ne nascerà un gioco al flirting vago tra lei speranzosa di un futuro con lui, lui invece rassegnato alla tristezza. La tristezza per lui a quanto pare è accettare spot da milioni di dollari facendo finta che con la moglie vada tutto bene, non cacando tanto i figli.


Lei la tristezza la va assaporando perché va in giro col partner fotografo per il mondo, e siccome indaffarato, non la caga e forse manco la ama, infatti poi vede l’attore (Bob) e lo avvicina parlando di una Porsche, e scherzando sulla sua crisi di mezz’età, cosa vera tra l’altro, ci flirta.

La frase più profonda di lui è che quando arrivano i figli ti cambiano la vita, lei nulla, solo sguardi e forse speranze.

Forse un pò snob, a tratti irrispettoso, il film è girato in Giappone e vediamo le scene girate tutte in albergo e i Giapponesi come macchiette ridicole che fanno da contorno.

Il film si concentra su problemi da gente ricca che non ha mai conosciuto la realtà, lui infatti si rilassa giocando a golf, lei gira a non fare un cazzo, e tutti e due stanno male.


La visione risulta lenta in senso negativo, a volte si può dormire durante la visione, la storia risulta banale. La regista voleva creare una situazione dove fino alla fine non si capisce cosà succederà tra i due; questo è tutto ciò che voleva e, a parte il fatto che si capisce dove va a schiantarsi la storia, in conclusione del finale non frega più un ca**o, perché dopo un po’ ti chiedi se ti interessa veramente e ti rispondi con un no.

Recitazione nella media, fotografia buona, scritto forse mentre era al cesso, come sto scrivendo io adesso questa recensione.

Il film forse piace perché gioca sulle mancanze della gente comune ma in modalità patinata, altrimenti non me lo spiego, veramente. Film ultra sopravvalutato per me, e quindi non ne consiglio la visione, o forse si, fate come vi pare.

Giudizio complessivo: 5

“Buona” visione,



Trailer



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