Stardust



Regia: Mattew Vaughn


Trama iniziale

Nell'Inghilterra ottocentesca esiste un piccolo villaggio chiamato Wall che deve il suo nome a un muro costruito chissà quanto tempo fa. Il muro ha un unico varco ed è sorvegliato 24 ore al giorno da un vecchio che lo presidia come lavoro. Il suo compito infatti consiste nel non far passare oltre chiunque per curiosità ne sia tentato.


Una notte però un giovane del villaggio riesce a beffarlo e ad avventurarsi nel territorio retrostante, scoprendo un mondo magico dove tutto è possibile. Girovagando per il mercato, viene rapito dall'avvenenza di una giovane fanciulla che serve tra i banchi. Schiava della sua padrona, riesce però a sedurlo e a passare una notte di piacere con lui. Nove mesi dopo, immancabilmente, ecco che arriva il fagotto al neo-padre, chiedendogli di occuparsene lui perché nella sua situazione lei non lo può proprio accudire.

Tristan così cresce senza conoscere nei particolari i suoi natali e, raggiunta la maggiore età, si guadagna da vivere presso la drogheria del posto. Ma il suo lavoro da garzone si concilia male con le aspirazioni della ragazza che ama, una certa Victoria, che punta a cavalli ben più di razza. Nell'ultimo tentativo di farle la corte, arriva a prometterle di portare per il suo compleanno la stella caduta dal cielo quella notte, proprio nella zona oltre il muro.

Dopo un goffo tentativo di valicare il muro tramite il varco, chiede consiglio al padre, scoprendo così di avere origine proprio da quei luoghi. Nella lettera scritta dalla madre trova un insolito mezzo di trasporto che lo porterà in men che si dica dove lui desidera, ignorando però che la stella di cui è alla ricerca porta in dote una pietra molto speciale, che renderà re il primo a metterci le mani sopra tra i rampolli reali..



Recensione no-spoiler

Non amo particolarmente i fantasy, non perché non mi piaccia il genere, anzi, è che spesso tali film rientrano nella categoria 'appena sufficiente'. Questo Stardust però mi ha sorpreso in positivo. Vuoi per l'ambientazione britannica di cui sono particolarmente ghiotto, vuoi per la carrellata di attoroni, vuoi per la storia attraente, insomma sono rimasto piacevolmente colpito. E dire che ho approcciato il film nella maniera più cauta possibile, proprio per evitare fastidiose scottature.

Giunto ai titoli di coda, ho capito il perché di tanto stupore: a dirigere la pellicola è stato Mattew Vaughn, giovane promessa dell'ambiente, che sta incasellando un successo dietro l'altro. Evidentemente sceglie con accuratezza i suoi progetti dato che ha esordito con The Pusher, affermatosi proprio con questo Stardust, arrivando al grande pubblico con l'acclamato X-Men - L'Inizio fino agli ultimi suoi piccoli capolavori Kick-Ass e Kingsman: The Secret Service, nei loro generi due veri gioiellini. La caratteristica che contraddistingue ogni suo film è la ventata di modernità che porta al genere in questione, ormai privo di qualsivoglia originalità. E se da un lato innova, dall'altro intrattiene, con una comicità di stampo inglese, che spezza volentieri la narrazione per farti sorridere e prendere fiato.
Michelle Pfeiffer

Nel cast davvero ragguardevole incontriamo volti più o meno noti del panorama britannico e non solo, tra cui un Charlie Cox ancora da svezzare, un Mark Strong a suo agio nel ruolo cazzuto, un'insopportabile Michelle Pfeiffer che, detto tra noi, non presenta molte differenze tra la sua versione giovanile e quella truccata da strega, sempre orribile è, e fa capolino incredibilmente anche il mitico Robert De Niro, che, come il sale, va bene ovunque.


Consigliato agli amanti delle storie semi-magiche dove il divertimento si mischia alla drammaticità; sconsigliato a chi si aspetterebbe una fiaba classica con fatine, maghi e quant'altro.



Giudizio complessivo: 7.6

Buona visione e alla prossima,

Bikefriendly




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